Il prezzo dell’oro scende al minimo di 4 mesi, dopo il crollo di 30 dollari l’oncia dei giorni scorsi: il dollaro sempre più forte rende meno conveniente l’acquisto dell’oro ai titolari di altre valute e causa il sell-off.
I prezzi dell’oro scendono a un minimo di quattro mesi martedì, con il dollaro statunitense che ha raggiunto un massimo di 12 anni provocando un grande sell-off sui mercati mondiali.
Alla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, i futures dell’oro con consegna ad aprile sono scesi di 7,90 dollari o 0,68% a 1,158.60$ l’oncia.
Il calo arriva alcuni giorni dopo il crollo di 30 dollari l’oncia sui prezzi dell’oro che ha cancellato tutti i suoi guadagni per il 2015, a seguito dei forti dati sull’occupazione statunitense.
L’indice del dollaro, che misura la forza del biglietto verde contro un paniere di sei principali valute, è salito dello 0,9017% a 98,47 martedì - raggiungendo un livello che non si vedeva dal 2003.
Il rafforzamento del dollaro incide sulle commodities denominate in dollari, come l’oro, rendendolo più costoso per i titolari di altre valute al momento dell’acquisto del metallo.
Il dollaro continua a salire alle stelle sulle aspettative di un rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve , aspettando la prossima riunione del FOMC (Federal Open Market Committee) nel mese di giugno.
Venerdì scorso, il Bureau of Labor Statistics - l’istituto di statistica statunitense - ha rivelato che l’economia americana ha aggiunto 295.000 posti di lavoro nel mese di marzo e che il tasso di disoccupazione è sceso al 5,5%.
I dati più forti del previsto sono i responsabili di uno dei più grandi cali giornalieri sui mercati azionari statunitensi, aggravando le preoccupazioni che un aumento dei tassi di interesse possa arrivare prima di quanto previsto.
Lunedì sera, il presidente Federal Reserve Bank di Dallas Richard Fisher ha avvertito circa il rischio di recessione che potrebbe essere causato da un ulteriore ritardo dell’aumento dei stassi di interesse.
Oltreoceano, gli investitori in Europa sono in attesa dell’esito della riunione dell’Eurogruppo di mercoledì a Bruxelles tra la Grecia e i suoi creditori della zona euro.
Le negoziazioni hanno incontrato un intoppo tra le parti lunedì, quando il gruppo dei ministri delle finanze della zona euro ha respinto in modo deciso le misure previste dal piano di riforme presentato dalla Grecia, che costituiscono invece un prerequisito essenziale per l’estensione del piano di salvataggio.
I futures sull’argento con consegna maggio sono scesi dello 0,133 o 0,84%, scambiati a 15,643 dollari l’oncia.
La consegna di rame a maggio è scesa dello 0,049 o 1,83% a 2,622 dollari a libbra.
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