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Giappone, BoJ: previsioni di crescita al rialzo con l’effetto Trump sullo yen

martedì 31 gennaio 2017, di Flavia Provenzani

Bank of Japan alza le sue previsioni economiche di crescita e mantiene la politica monetaria invariata in occasione della riunione della banca centrale di martedì, a seguito di una discesa dello yen indotta dall’elezione di Trump.

Ora la Bank of Japan prevede che l’economia crescerà in modo decisamente più significativo verso marzo 2019 grazie all’impostazione di politica monetaria, lo stimolo fiscale apportato dal governo e al rialzo della crescita mondiale.

Le previsioni evidenziano come la debolezza dello yen, sulla base di una crescita attesa negli Stati Uniti, abbia trasformato le prospettive per il Giappone, dando al governatore della BoJ Haruhiko Kuroda una rinnovata speranza di uscita da due decenni dentro e fuori la deflazione.

Al momento, con la conferenza del presidente BoJ ancora in corso, il cambio dollaro yen segna un leggero ribasso dello 0.08% a quota 113.6225 mentre l’indice azionario di Tokyo, il Nikkei, chiude la sessione odierna con un calo del -1.71%.

Kuroda (BoJ) in conferenza stampa: troppo presto per uscire dallo stimolo

In sede di conferenza stampa il governatore BoJ Kuroda, nelle prime ore della mattinata europea, evidenzia come i tassi negativi siano appropriati per raggiungere i target dei prezzi.
Per Kuroda le condizioni sono ormai mature affinché aumentino i salari ed esistono delle forti preoccupazioni guidate dal protezionismo che Trump vuole applicare sul commercio mondiale. Tuttavia, Kuroda non ritiene che il protezionismo possa diffondersi su larga scala.

Sul fronte dell’inflazione, il governatore della BoJ crede che il Giappone possa raggiungere il target del 2% nell’anno fiscale 2018.

L’uscita dello stimolo dipenderà da contesto e dei commenti prematuri potrebbero gettare in confusione il mercato. La bilancia dei pagamenti e i tassi di interesse sono i fattori chiave per definire quando iniziare il tapering.

Bank of Japan: politica monetaria invariata grazie allo yen

Dopo una riunione del consiglio della banca centrale giapponese durata due giorni, la BoJ non ha apportato alcun cambiamento alla politica, riferendo di aver mantenuto i tassi di interesse a -0,1 per cento, i rendimenti dei titoli di stato a 10 anni vincolati a circa zero e l’acquisto di titoli ad un ritmo di ¥80 mila miliardi all’anno.

La BoJ ha votato per mantenere la politica invariata con una maggioranza di 7-2. Takehiro Sato e Takahide Kiuchi, due economisti del settore privato attivi nel consiglio della banca, hanno continuato a dissentire, sostenendo che i tassi di interesse negativi e i bassi rendimenti obbligazionari minacciano la stabilità finanziaria.

Nonostante la crescita reale del PIL più alta del tasso tendenziale, la Banca del Giappone conferma una scarsa propensione a dare fine allo stimolo monetario.
Con ogni probabilità la Bank of Japan non ridurrà i suoi acquisti di asset nel 2017, e, come per la Banca Centrale Europea, sembra improbabile un rialzo dei tassi di interesse a breve termine dal territorio negativo nel 2018.

Previsioni di crescita riviste al rialzo dalla BoJ

I membri del consiglio direttivo della banca hanno aumentato le loro previsioni di crescita economica dall’1 per cento all’1,4 per cento per l’anno in corso fino a marzo 2017 e dall’1,3 per cento all’1,5 per cento per il 2018.
Dato il calo della popolazione in Giappone, un ritmo previsto è più di un punto percentuale al di sopra del trend di lungo periodo - pari ad una crescita annua di oltre il 3 per cento negli Stati Uniti.

Tuttavia, la BoJ non ha aumentato le sue previsioni sull’inflazione, riferendo che le aspettative per un aumento dei prezzi "sono rimaste in una fase di indebolimento". La BoJ ha detto che i rischi per l’economia sono "distorti verso il basso", in gran parte a causa dell’incertezza su quello che potrebbe accadere all’estero.

I dati economici recentemente pubblicati hanno evidenziato come una crescita più forte stia portando ad una ripresa del mercato del lavoro del Giappone. Il tasso di disoccupazione si mantiene ad tasso destagionalizzato del 3,1 per cento nel mese di dicembre, mentre il rapporto tra risorse lavorative e posti di lavoro disponibili è salito di 0,02 punti percentuali ad un nuovo massimo di 25 anni.

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