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Frode, Evasione Fiscale e Riforma del Fisco: i provvedimenti di prossima emanazione nell’ambito della Delega Fiscale
mercoledì 4 febbraio 2015, di
Allo studio del Governo le misure che dovranno intervenire su molte norme flop che dopo la loro, recente, emanazione hanno sollevato una serie infinita di polemiche e contestazioni e sono apparse, evidentemente, come l’ultimo ritrovato di leggi ad personam di berlusconiana memoria.
Proprio per questo, come è già stato largamente annunciato, nel Consiglio dei Ministri del 20 Febbraio sarà varata tutta una serie di norme che dovranno intervenire su molti fronti caldi dalla riforma della scuola, alla revisione del nuovo regime forfettario per titolari di Partita IVA in regime dei minimi, fino al Decreto Fiscale.
Per quanto riguarda quest’ultimo punto, il viceministro all’Economia Luigi Casero, aveva già annunciato, alcune settimane fa, che nel CdM fissato al 20 Febbraio sarebbero stati presentati una serie di pacchetti che avrebbero costituito il corpo centrale della delega assegnata al governo per legiferare in materia fiscale.
Si attendono, quindi, avanzamenti nella riforma del catasto, di cui è prevista una maggiore informatizzazione, per farlo diventare più fruibile dai cittadini; nuove regole in materia di rapporti con i paradisi fiscali (Paesi Black List); l’introduzione della fatturazione elettronica tra privati; nuove regole per il settore dei giochi e una nuova disciplina del contenzioso, dell’accertamento e della riscossione.
Il piatto forte del prossimo Cdm sarà comunque il tanto atteso intervento sul Decreto relativo ai reati tributari emanato lo scorso 24 Dicembre dal Governo. La norma incriminata è l’art. 19 bis, passato agli onori della cronaca come norma "salva-Berlusconi" che prevede l’esclusione dalla punibilità per quei contribuenti che hanno evaso le imposte sui redditi per importi inferiori al 3% del reddito imponibile dichiarato o, comunque, chi ha evaso l’IVA per un importo non superiore al 3% del totale dell’IVA dichiarata.
Occorre ricordare che la franchigia del 3% è considerata, dalla prima versione del decreto, la soglia al di sotto della quale non è considerato come reato di natura penale non solo la frode fiscale ma anche la dichiarazione infedele, la dichiarazione fraudolenta, l’omessa dichiarazione e l’omesso versamento di IVA.
Per esplicita dichiarazione del premier Renzi il quadro è tutt’altro che chiaro: l’Esecutivo starebbe considerando e valutando e non considererebbe il singolo caso di Silvio Berlusconi (condannato per frode fiscale nel processo Mediaset Trade per aver evaso cifre minori al 3% dell’imponibile aziendale nel 2002 e nel 2013) ma la ratio generale della norma che sarebbe quella di punire chi è in malafede.
Certo è che, a prescidere dalle reali intenzioni del Governo, l’attuale configurazione della norma l’ha fatta ritenere un provvedimento molto simile a una "legge ad personam". Quali potrebbero essere allora i margini di intervento del Governo per evitare che il provvedimento passi definitivamente alla storia come un favore dovuto a Berlusconi, magari in applicazione del patto del Nazareno?
- Tra le ipotesi più realistiche c’è quella di escludere l’evasione dai reati tributari che beneficierebbero della franchigia del 3%: il tal modo il caso Berlusconi non sarebbe più interessato dalle modifiche normative previste dalla Delega Fiscale;
- La franchigia del 3% per i reati fiscali potrebbe essere ridotta di un punto percentuale, in modo tale da concedere un beneficio ai molti contribuenti che hanno commesso errori involontari ma non a quelli che hanno agito in malafede;
- Un altro possibile intervento di revisione potrebbe prevederebbe che alla franchigia generale del 3% possa essere associata una seconda soglia relativa alla somma evasa (e non a una percentuale dell’imponibile), variabile tra i 50000 e i 100000 euro, oltre la quale l’evasione fiscale possa essere considerata come frode e, quindi, diventare punibile.
Sarà il CdM del 20 Febbraio a chiarire non solo i reali interventi di revisione relativi alla disciplina dei reati tributari ma, soprattutto, le reali intenzioni del Governo nei confronti di Berlusconi.
