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Forex: uscita dal QE in Giappone e Stati Uniti? Difficile per il momento

lunedì 27 maggio 2013, di Erika Di Dio

E’ difficile vedere un’uscita dal QE nelle più grandi economie del mondo, gli Stati Uniti o il Giappone, ha detto Charles Dallara, ex amministratore delegato dell’Institute of International Finance.

Niente uscita dal QE?

"Ci aspettiamo troppo dalla Federal Reserve, e dalla Bank of Japan, e io sono sempre più preoccupato che non troveremo una facile via d’uscita dal QE negli Stati Uniti o in Giappone", ha detto alla CNBC Dallara, che ha giocato un ruolo centrale nella crisi del debito europeo, durante la quale ha rappresentato gli obbligazionisti del settore privato per le trattative di ristrutturazione del debito greco.

I mercati azionari e obbligazionari statunitensi sono stati impantanati dalla volatilità della scorsa settimana, sulla base delle preoccupazioni secondo cui la banca centrale potrebbe affievolire il suo programma di acquisto di obbligazioni entro la fine dell’anno se i dati mostrano che l’economia è in un percorso di crescita sostenibile.

Dallara ha poi aggiunto: "Sono stato certamente un forte sostenitore di questo quantitative easing nel 2009, nel 2010 e nel 2011. Ma forse abbiamo continuato troppo a lungo? Stiamo creando le basi per una forte correzione non solo nei mercati obbligazionari, ma anche in quelli azionari?".

Sul Giappone, Dallara ha detto che teme che la banca centrale del paese stia "tirando i dadi" con la sua azione monetaria. Nel mese di aprile, la Bank of Japan ha annunciato l’intenzione di raddoppiare l’offerta di moneta nel giro di due anni per raggiungere un obiettivo di inflazione del 2%.

L’inflazione deve ancora presentarsi nella terza economia più grande del mondo, con i prezzi al consumo in calo per il quinto mese consecutivo a marzo.

Europa in profonda difficoltà

Dallara è stato anche critico nei confronti degli sforzi della Banca centrale europea per sostenere la crescita nel blocco della moneta unica, notando che non ha agito con "energia e abbastanza slancio" per sostenere la ripresa.

"L’economia europea resta in profonda difficoltà, in realtà penso che sia in una difficoltà strutturale più profonda di quanto si pensi. Sono stato a Pechino di recente e sono rimasto un po’ sorpreso dalla visione piuttosto ottimistica da parte di molti funzionari e dirigenti del settore privato nei confronti delle prospettive per l’Europa", ha concluso.

Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte: CNBC

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