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PMI Manifatturiero: trend emergenti e impatto sul mercato Forex

giovedì 25 giugno 2015, di Erika Di Dio

PMI sta per Purchasing Managers’ Index.

L’indice PMI manifatturiero è un sondaggio condotto tra i responsabili acquisti di aziende accuratamente selezionate: in questo sondaggio viene chiesto loro circa le attuali condizioni economiche di vari settori.

Letture superiori ai 50.0 indicano espansione economica, mentre quelle inferiori indicano contrazione e pessimismo. Queste letture sono importanti in quanto fungono da indicatori primari per le generali condizioni economiche all’interno del settore privato. Inoltre, molte banche centrali controllano spesso le letture del suddetto indice PMI per determinare le proprie politiche monetarie, motivo per il quale molti forex trader le tengono sotto controllo.

Noi ci concentreremo soprattutto su uno dei più importanti provider di questi sondaggi, ossia Markit.

Le letture dell’indice PMI elaborate da Markit utilizzano una metodologia standard e sono usate dalla Bank of England, Banca Centrale Europea, il Japanese Ministry of Finance, ed altri. Markit raccoglie i dati PMI delle maggiori economie, ad eccezione di Svizzera, Australia e Nuova Zelanda.

Aggiornamento PMI globale

Diamo uno sguardo alle letture dell’indice PMI manifatturiero delle maggiori economie relative agli ultimi nove mesi.

Come si può notare, le letture PMI delle maggiori economie sono superiori alla soglia del 50.0, ad eccezione di Canada e Cina.

Il Canada è molto evidente per la velocità con cui le sue letture sono scese, anche se poi ha subito un cambiamento a Marzo e un leggero ma evidente miglioramento a Maggio. La lettura canadese dell’indicatore Markit ci dice che il recente miglioramento è stato determinato da una “modesta ripresa del volume di produzione” a causa della maggiore domanda per le esportazioni canadesi a sua volta determinata da una “svalutazione del tasso di cambio”.

Anche la Cina ha avuto un evidente calo. Ma ancora più evidente è come i dati ufficiali PMI rilasciati dal NBS (China’S National Bureau of Statistics) si differenziano dai dati rilasciati da Markit in termini di trend.

Ad essere pignoli, il primo indice PMI (NBS) presenta un quadro migliore per gli investitori in quanto la cifra è superiore al 50.0.

Sia l’indice NBS che quello Markit hanno riportato un leggero miglioramento per quanto riguarda l’attività dell’industria manifatturiera di maggio, anche se la lettura di Markit era ancora inferiore alla soglia di 50.0. I dettagli dei report coincidono in maggior parte, in quanto entrambi mostrano un calo della domanda estera, mentre la domanda interna è rimasta stabile. L’unica differenza è rappresentata dalle prospettive per il futuro: Markit prevede ulteriore contrazione, mentre NBS prevede una lunga strada di espansione.

Andando avanti, l’Eurozona sembra essere sulla buona strada, il che accompagna bene gli altri dati ottimisti.

Lo stesso vale per il Giappone, quindi l’ottimismo dei funzionari della BOJ come il governatore Kuroda e il membro del board Kiuchi sembra essere fondato. Questo anche perchè l’economia del Giappone è principalmente trainata dalle esportazioni e dipendente dal settore manifatturiero.

Arriviamo al Regno Unito, sempre in salita. Il report PMI dell’indicatore Markit mostra che l’indice è rimasto al di sopra della soglia del 50.0 per 26 mesi consecutivi ora. Secondo il report, inoltre, la ragione principale di tale performance è la solida domanda interna per i beni di consumo.

Per quanto riguarda gli Stati Uniti, sia le letture del PMI da Markit e e dall’ISM mostrano che il paese ha visto giorni migliori, ma sono entrambi superiori alla soglia del 50.0, quindi va ancora bene.

Il report di Markit cita la domanda interna come ragione principale della continua espansione ; tuttavia, il report ISM ha aggiunto che le basse spese personali hanno rappresentato un altro problema, anche se ciò è stato probabilmente compensato da un solido aumento dei dati relativi alle vendite al dettaglio di maggio.

Riassunto

In generale, le tendenze PMI globali non sono negative, specialmente l’Eurozona e il Giappone viste le rispettive circostanze. Molta confusione e contrasti invece sulla Cina. Ma se i dati Markit sono più accurati, allora il risultato non è molto positivo per Australia e Nuova Zelanda in quanto entrambe queste due economie sono dipendenti dalla domanda cinese. Anche il Canada non è al massimo, ma sembra sia in fase di ripresa. Nel frattempo, gli Stati Uniti sono ancora forti, ma abbastanza forti da supportare un aumento dei tassi a Settembre?

Fonte: Babypips

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