Home > Altro > Archivio > Finlandia, una crisi economica senza fine: ecco le cause

Finlandia, una crisi economica senza fine: ecco le cause

martedì 28 febbraio 2017, di Giulia Mirimich

La crisi della Finlandia sembra non conoscere fine, una crisi economica che si protrae da anni segnati da una notevole retrocessione che non accenna ad alcun ridimensionamento.

Definita come la peggiore crisi economica degli ultimi vent’anni, quella che si trova a vivere la Finlandia è la conseguenza diretta di una serie di cause e fattori da tenere in considerazione:

  • la disoccupazione in costante aumento, se nel 2008 infatti era al 6% oggi è arrivata a toccare il 9,4% e colpisce soprattutto i lavoratori più anziani legati ad un ambito produttivo più tradizionale senza però escludere i giovani;
  • il crollo vertiginoso del PIL, più di quanto non sia accaduto durante gli anni della crisi bancaria finlandese dei primi anni Novanta, considerata finora la peggiore crisi economica del paese;
  • la crisi della Nokia, principale esportatore del paese e finito nelle mani di Microsoft;
  • il restringimento del mercato della carta con il dilagare dei dispositivi digitali;
  • le sanzioni dell’UE contro la Russia.

Crisi Finlandia: il fallimento della Nokia

Sicuramente con il fallimento della Nokia la disoccupazione ha subito un incremento non indifferente, influendo notevolmente sui costi unitari del lavoro.

L’errore dell’azienda, che non ha saputo essere competitiva sul mercato, è stato quello di non adeguarsi per tempo all’exploit smartphone, lasciandosi sotterrare dai colossi Apple e Samsung.

Ma da quel momento il dibattito si è concentrato soprattutto sull’insufficienza della domanda interna del paese, sui problemi di competitività e sui “problemi strutturali”.

La politica adottata si è focalizzata sulla missione del tenere bassi i salari, tagliare la spesa pubblica ma soprattutto sul consolidamento fiscale: una politica dunque non volta a stimolare la domanda interna.

Austerità fiscale e moderazione salariale però non sono servite, e non servono tuttora, a granché. Anzi, probabilmente non fanno che peggiorare la situazione proprio perché continuano a ridurre e contrarre una domanda interna già debole.

Il ruolo dell’euro nella crisi della Finlandia

In merito alla crisi, non mancano gli euroscettici che appunto indicano l’euro come principale colpevole della mancata ripresa dell’economia finlandese.

Lo stesso vicepremier Rimo Soini, del partito euroscettico e antimigranti The Finns, pronto a sostenere l’uscita della Finlandia dall’eurozona, ha dichiarato che la Finlandia non avrebbe mai dovuto aderire all’euro.

Sono diversi gli economisti che hanno disquisito sulla questione, primo tra tutti il premio Nobel Paul Krugman:

“Il progetto della moneta unica era viziato sin dall’inizio e creerà nuove crisi, anche se in qualche modo l’Europa riuscisse a superare questa.”

Anche il giornalista Mike O’Brien scriveva qualche mese fa sul Washington Post che

“la Finlandia è l’esempio migliore per capire perché l’euro non funziona”.

Probabilmente la Finlandia avrebbe conosciuto una forte crisi anche mantenendo la moneta nazionale, il marco finlandese, tuttavia la sua situazione è peggiorata notevolmente proprio a causa dell’euro, che ha impedito di rimediare alla crisi senza incidere così tanto sui salari e sulla spesa pubblica.

L’insieme di fattori sopracitati ha causato un vero e proprio shock al sistema economico finlandese, shock che poteva essere fronteggiato soltanto in due modi:

  • svalutando la moneta;
  • tagliando gli stipendi.

La svalutazione della moneta sarebbe stata la scelta meno dolorosa: avrebbe permesso di tagliare un unico valore (la moneta, appunto) anziché quello di molti (gli stipendi dei lavoratori) e non avrebbe costretto le aziende a ridurre il numero dei posti di lavoro.

Ma dal momento in cui la Finlandia ha aderito alla moneta unica, la strada della svalutazione monetaria è divenuta impraticabile.

Così il governo guidato da Juha Sipila ha adottato le rigide regole dell’eurozona, quelle che continuano a chiedere tagli alla spesa pubblica e ai salari proprio in momenti in cui l’economia dovrebbe invece essere stimolata.

Un messaggio, un commento?

moderato a priori

Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Chi sei?
I tuoi messaggi

Questo form accetta scorciatoie di SPIP [->url] {{bold}} {italic} <quote> <code> e il codice HTML <q> <del> <ins>. Per creare un paragrafo lasciate semplicemente una riga vuota.