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Financial Times: l’euro ha ancora una montagna da scalare
giovedì 27 giugno 2013, di
La scorsa settimana Mario Draghi, presidente della BCE, ha emesso una sfida indiretta alle banche impegnando fermamente la BCE ad eliminare i premi per il rischio di convertibilità - la paura che l’euro potrebbe disintegrarsi in valute minori. La portata di tale compito è chiaro dal modo in cui le banche non solo stanno limitando i prestiti ai paesi della zona euro in difficoltà, ma perché stanno anche modificando i contratti derivati per proteggere i loro crediti in caso di un break-up dell’euro.
La prevaricazione da parte dei leader eletti della zona euro ha trasformato l’uscita dalla moneta unica in una scelta politica possibile seppure improbabile. I risk manager delle banche sarebbero negligenti se non organizzassero piani di emergenza per una tale eventualità. Dopo tutto, non sono riusciti a prevedere l’insostenibilità del mercato ipotecario statunitense - la causa della crisi.
Grave frammentazione finanziaria
Ma ciò che è razionale singolarmente per ogni banca prudente collettivamente rischia di avvicinare il pericolo che ogni banca sta cercando di evitare. Il mercato finanziario dell’Eurozona si sta disfacendo; una grande "fame" di credito in paesi come la Spagna e l’incertezza causata dalle manovre legali di esposizione dei derivati delle banche possono solo peggiorare la recessione della zona euro.
Draghi e i suoi colleghi della BCE capiscono molto bene questo, meglio, a quanto pare, di molti politici eletti. La banca centrale è da lodare per aver indicato chiaramente la gravità della frammentazione finanziaria della moneta unica. La questione è se il suo impegno per riparare le crepe del sistema bancario della zona euro andrà bene. Di per sé, non lo farà.
Supremazia BCE?
L’"affare" politico necessario per convincere gli investitori può essere messo a segno solo dai leader eletti con un mandato forte. Draghi ha definito i termini di tale affare: un impegno formale a delle condizioni di politica da parte dei paesi in condizioni di stress e l’accettazione degli aiuti finanziari dei paesi creditori, in primo luogo da parte dei fondi di salvataggio sostenuti dal governo, poi dal maestoso potere della banca centrale di stampare denaro.
Mario Monti e Mariano Rajoy, i leader dell’Italia e della Spagna non sono pronti a sottomettersi a tale condizioni, anche se esse potrebbero essere anche meno esigenti rispetto alle politiche che stanno implementando ora, in ogni caso. Mentre Draghi non vuole presiedere il disfacimento della moneta unica, molto dipende dalla possibilità o meno che i signori Monti e Rajoy presiederanno la sottomissione dei loro paesi alla supremazia della BCE.
| Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte: Financial Times |