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Financial Times: Renzi deve guidare l’Italia fuori dall’euro, se l’Europa non cambia il fiscal compact
mercoledì 4 giugno 2014, di
In uno scenario caratterizzato da un forte aumento del consenso dei partiti euro-scettici, che stanno mettendo in discussione l’esistenza non solo dell’euro ma dell’Europa stessa, in Italia alle ultime elezioni europee si è invece assistito a una netta affermazione del Pd guidato da Matteo Renzi (quasi il 41% dei voti, un record), che ha annunciato di voler cambiare le regole sull’austerità imposte da Bruxelles a partire dal semestre italiano di presidenza UE (che avrà inizio il prossimo 1° luglio). L’ex sindaco di Firenze, però, troverà una ferrea opposizione del cancelliere tedesco Angela Merkel, che non ha alcuna intenzione di rivedere le regole sull’austerità firmate nell’ambito del fiscal compact, quando la crisi dei debiti sovrani europei stava per provocare una clamorosa rottura dell’eurozona.
Appare difficile anche un’alleanza con altri partner europei, in particolare con il socialista Francois Hollande che è stato nettamente battuto in Francia dal Front National di Marine Le Pen, intenzionata a chiedere subito un referendum sull’uscita del paese transalpino da UE e moneta unica. Cambiare le regole in Europa non sarà di certo una passeggiata per il giovane e ambizioso premier italiano, che ha già chiesto espressamente a Bruxelles di allentare i vincoli sull’austerità e di promuovere maggiormente piani per il rilancio della crescita e dell’occupazione.
Wolfgang Muenchau, firma di spicco dell’autorevole quotidiano economico-finanziario britannico Financial Times, ha così invitato Renzi a mettere in discussione la permanenza dell’Italia nell’euro se Bruxelles non dovesse fare un passo indietro sulle severe regole previste dal fiscal compact. In base a questo trattato, voluto fortemente dalla Germania per accettare i piani di salvataggio dei paesi dell’eurozona più indebitati e a rischio default, ogni stato membro dell’Ue-18 è costretto a tagliare ogni anno il debito pubblico eccedente il 60% del pil nella misura del 5%.
Nel caso dell’Italia, che ha un rapporto debito/pil 2014 stimato al 135%, diventa necessario abbassare ogni anno questo ratio del 3,75%, ovvero circa 60 miliardi di euro. Si tratta di uno sforzo immane, soprattutto per un paese che ha un’inflazione sempre più diretta verso lo zero e una crescita inesistente. In pratica l’Italia dovrebbe aumentare sempre più l’avanzo primario e probabilmente chiedere nuovi sacrifici ai cittadini sotto forma di tasse (già ora a livelli record).
Muenchau nutre forti dubbi su Renzi e sulla sua capacità di eseguire le riforme promesse (soprattutto sul lavoro e sulla legge elettorale), ma gli consente almeno il beneficio del dubbio. L’autore spinge Renzi a chiedere l’allentamento dei vincoli di bilancio: se le richieste non dovessero essere prese in considerazione, Muenchau invita il premier italiano a minacciare l’uscita del Belpaese dall’euro.