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Elezioni europee 2014: ecco i Paesi dove dominano euroscettici e sinistra radicale. Ultimi sondaggi e proiezioni

venerdì 23 maggio 2014, di Valentina Brazioli

Elezioni europee 2014, che tutti gli occhi siano puntati sui movimenti euroscettici lo raccontiamo già da tempo, e quanto accaduto nelle consultazioni elettorali inglesi e olandesi non ha spazzato via i timori di chi tifa per i partiti più europeisti. Se i Paesi Bassi, infatti, hanno visto frenare bruscamente le ambizioni elettorali nutrite dal Partito per la Libertà di Geert Wilders, l’Ukip di Nigel Farage sembra destinato a conquistare il primo posto, con buona pace dei conservatori di David Cameron. Ma non sarà solo l’euroscetticismo a turbare i sogni di Bruxelles: anche la sinistra radicale, stile Tsipras, sarebbe pronta a conquistare il podio in almeno due nazioni.

Dove trionfano gli euroscettici: Inghilterra, Francia, Polonia e Danimarca

Il trionfo del Partito per l’Indipendenza del Regno Unito era già ampiamente annunciato, e l’andamento delle elezioni locali (tra forte astensionismo e voto di protesta) sembra confermarne l’inevitabile successo: gli esperti ormai assegnano all’Ukip una quota variabile tra il 24 e il 32 per cento dei consensi.

In Francia, invece, lo scontro è tutto a destra, tra il Front National di Marine Le Pen (tra il 22 e il 24 per cento) e l’Ump di Sarkozy (tra il 21-23 per cento).

Anche in Polonia i socialisti sono costretti a rincorrere, con il partito euroscettico Legge e Giustizia dato tra il 21 e il 32 per cento, contro la forbice 21-31 per cento assegnata alla Piattaforma Civica del premier Tusk (area Ppe).

Infine, in Danimarca il Partito del Popolo Danese (26%) fronteggia i liberali di destra (24,2%).

La sinistra radicale cerca il podio in Grecia e Irlanda

Al di là dell’euroscetticismo (tradizionalmente spostato verso destra), ci sono anche le posizioni fortemente critiche verso l’Ue espresse dalla sinistra più radicale. In Grecia la vittoria della Syriza di Tsipras (tra il 25,2 e il 31,1%) contro la Nuova Democrazia (23,5-28,1%) sembra ormai annunciata, quasi come fosse solo questione di tempo. Tuttavia, anche i movimenti indipendentisti sono da tenere d’occhio: ne è un esempio il Sinn Féin irlandese, iscritto al gruppo parlamentare Ue Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica e tradizionalmente euroscettico. Anche se difficilmente riuscirà a superare il 27 per cento assegnato al Fine Gael (Ppe), c’è già chi scommette che riuscirà ad aggiudicarsi la medaglia d’argento.

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