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Dopo i vitalizi Di Maio vuol tagliare 345 parlamentari: pronta una proposta di legge costituzionale

mercoledì 19 settembre 2018, di Alessandro Cipolla

E se fossero i politici i primi “rami secchi da tagliare” per far quadrare i conti della legge di Bilancio 2019? Stando alle parole pronunciate da Luigi Di Maio durante il programma Di Martedì sembrerebbe essere proprio così.

Il leader del Movimento 5 Stelle ha infatti annunciato che, la prossima settimana, verrà presentata una proposta di legge costituzionale per tagliare 345 parlamentari, generando così un risparmio quantificato in 100 milioni l’anno.

Di Maio sforbicia i parlamentari

Dopo i vitalizi alla Camera potrebbe toccare ai parlamentari subire la scure di un “governo del cambiamento” che, alle prese con la definizione della prossima legge di Bilancio, sta cercando di reperire le risorse necessarie per mantenere le tante promesse elettorali.

Ecco dunque che dall’ultimo vertice di governo è uscita fuori la nuova parola d’ordine: lotta agli sprechi. In quest’ottica quindi si potrebbero inserire le parole pronunciate da Luigi Di Maio intervistato durante la trasmissione Di Martedì.

Con la Lega noi ci capiamo sui fatti - ha spiegato il vicepremier - stamattina (ieri mattina n.d.r.) abbiamo fatto una riunione e la settimana prossima presenteremo una proposta di legge costituzionale per tagliare 345 parlamentari”.

Secondo la stima del leader del Movimento 5 Stelle con questa sforbiciata si otterrebbero risparmi per 100 milioni l’anno. Bisogna ricordare poi che il taglio dei parlamentari è una proposta presente nel contratto di governo.

Percorso tortuoso

Senza dubbio il taglio dei 345 parlamentari è una mossa che, oltre all’aspetto economico, fa piacere anche ai cittadini che da tempo chiedono un ridimensionamento dei costi della politica italiana.

Aspettando che si entri anche nel discorso degli stipendi da abbassare, altro punto presente nel contratto di governo, questa sforbiciata a deputati e senatori non dovrebbe far molto piacere ai vari peones che, in maniera bipartisan, vivacchiano in tutti i partiti.

Per poter diventare realtà il percorso di una proposta di legge costituzionale è però abbastanza complesso. Oltre ai tempi piuttosto lunghi, soltanto con un maggioranza di due terzi sia alla Camera che al Senato il provvedimento diventerebbe subito esecutivo.

Con una maggioranza assoluta invece, anche un solo voto in più, c’è il rischio che entro tre mesi dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale un quinto dei membri di una Camera, cinquecentomila elettori o cinque Consigli Regionali, chiedano che la legge sia sottoposta a un Referendum confermativo.

Ricapitolando: se il governo dovesse trovare l’appoggio anche di almeno un grande partito di opposizione, Forza Italia o Partito Democratico, allora il testo potrebbe subito diventare legge, altrimenti si rischierebbe di dover ricorrere a un Referendum.

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