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Germania: economia contagiata dal virus della crisi? Il dramma lavoro
lunedì 14 gennaio 2013, di
Da quando la crisi dell’Euro ha avuto inizio, la Germania ha continuato a funzionare come il motore portante dell’economia della zona Euro e il pilastro della rettitudine fiscale. Ma ora, avvertono economisti ed esperti, la situazione potrebbe essere cambiata; l’economia tedesca è stata contagiata dal virus della crisi al punto che Jorg Asmussen, membro del consiglio BCE in rappresentanza della Germania (e nominato dalla Merkel), prevede che la Germania possa diventare il futuro malato terminale dell’Eurozona, a meno che i sintomi del contagio non vengano presto curati.
Crisi: il ruolo della Germania
La questione maggiore, spiega BusinessWeek, è che crescita lenta, assieme ad una popolazione che tende all’invecchiamento, sono i primi fattori cui dirigere l’attenzione politica se la Germania vuole continuare ad essere il motore economico della zona Euro.
Certo è che senza la Germania e senza la determinazione della Cancelliera Merkel che assieme al suo elettorato che ha approvato fondi di salvataggio per un totale di 300 miliardi di Euro, a questo punto la crisi del debito in Europa sarebbe già sfociata in catastrofe, con qualche paese costretto a lasciare la moneta unica e a dare il via ad una serie di scenari per l’economia mondiale difficili da immaginare.
Germania: verso le elezioni
Fino a poco tempo fa, la Merkel, Cancelliere dal 2005 ha dovuto preoccuparsi veramente poco di come stesse andando l’economia della Germania. BMW e Siemens da sole sono sufficienti a mantenere la Germania al secondo posto mondiale delle esportazioni (dopo la Cina) e il tasso di disoccupazione è sceso al minimo storico da dopo la caduta del muro di Berlino.
Il prossimo autunno, la Merkel dovrà affrontare per la terza volta le elezioni generali, ma questa volta con una crescita economica stimata allo 0.4% dalla stessa Bundesbank.
Con la crisi dell’Euro finisce l’eredità lasciata da Schröder e, a questo punto, la Merkel dovrà intervenire in prima persona per arginare una situazione in cui il costo del lavoro è aumentato del 3% in tre anni, laddove nello stesso periodo Eurostat rileva un calo del 7% in Spagna.
Mercato del lavoro: il dramma tedesco
La gestione della crisi del debito può aver distratto la Merkel da quello che accade in casa propria, dove i costi del lavoro subiscono gli aumenti più eclatanti dell’ultima decade.
L’aumento del costo del lavoro sembra vanificare tutti i progressi economici raggiunti da Gerhard Schröder, predecessore della Merkel che ha portato a compimento il più grande cambiamento del sistema del Welfare tedesco dalla seconda Guerra Mondiale; una serie di riforme sui salari, sulle tasse e sulla sanità pubblica che, in sostanza, gli sono costati il posto di Cancelliere.
Al momento, per ogni pensionato in Germania ci sono 4 persone in età lavorativa, ma nel giro di 20 anni la situazione è destinata a peggiorare e per ogni persona in età pensionabile ce ne saranno soltanto due in età lavorativa, segno evidente di una popolazione che invecchia, come spiega l’Eurostat. Con stime sul lungo termine inferiori all’1%, le previsioni sulla Germania scendono agli ultimi posti tra i paesi dell’OCSE.
Il calo numerico (e l’invecchiamento) della forza lavoro può essere bilanciato da misure che incoraggino i lavoratori disoccupati ad entrare nel mercato del lavoro, come ad esempio l’abbassamento dei costi di assunzione e quelli di licenziamento e rendendo più semplice il programma di accordo salariale tra lavoratori, imprese e sindacati.
C’è poi la questione della formazione. L’istruzione tedesca sta rimanendo particolarmente indietro nella formazione scientifico-matematica, ha recentemente detto Asmussen a Francoforte.
Virus: l’antidoto è una riforma del lavoro?
Con un tasso di disoccupazione vicino al minimo di 20 anni e con il settore della tecnologia e delle automobili che registrano incassi da record su scala mondiale, non si direbbe che la Germania possa essere un paese sull’orlo del declino. Secondo i sondaggi, infatti, quattro cittadini su cinque appoggiano l’operato della Merkel, soprattutto per la fiducia raggiunta dal governo in materia salariale (si stima un aumento del 2.6% sugli stipendi nellultimo anno).
Allora, qual è il problema della Germania? Il punto è che la produzione non sta al passo con questi aumenti salariali; la maggiore preoccupazione riguarda infatti la possibilità che la competitività del "motore economico dell’Eurozona" venga compromessa. C’è bisogno di riforme che puntando al sistema del lavoro, tornino ad incentivare la competitività dell’economia tedesca perché, spiega Christoph Kind della Frankfurt Trust a BusinessWeek: "da quando la Merkel è salita in carica, non ci sono state vere e proprie riforme".
– Riuscirà la Germania a riprendersi dal contagio del virus "crisi", o sarà il prossimo malato terminale della zona Euro?