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Controlli fiscali: l’Agenzia delle entrate può utilizzare i social?
giovedì 4 gennaio 2018, di
Controlli fiscali: l’Agenzia delle Entrate potrebbe utilizzare i social?
Questo è un quesito che molti di noi si pongono nell’ultimo periodo visti i numerosi casi in cui i Tribunali hanno inchiodato i cittadini tramite scatti presi da Facebook e da altri social.
Nel 2017 infatti numerose circostanze hanno visto i cittadini essere coinvolti in un procedimento a causa degli scatti pubblicati su Facebook, Instagram e Twitter.
Tra questi troviamo il caso del maniscalco che lavorava in nero, del marito che per non pagare gli alimenti alla moglie sosteneva di essere costretto a vivere ai limiti della sopravvivenza o dell’imprenditore che dichiarava di guadagnare 11 mila euro l’anno e che poi è stato incastrato dalle foto pubblicate in vacanza in alberghi a 4 stelle.
Quindi postare status invidiabili sul social potrebbe da oggi diventare un problema per tutti coloro che dichiarano il falso al Fisco.
Vediamo qui di seguito quali sono stati i principali casi dei cittadini condannati dai Tribunali italiani per aver evaso il Fisco e come si è espressa la Cassazione a riguardo.
Controlli fiscali: cittadini incastrati dalle foto postate sui social network
Come abbiamo precedentemente accennato sono numerosi i casi di cittadini condannati dai Tribunali grazie alle foto postate su Facebook o sugli altri social network.
Tra questi bisogna ricordarne alcuni tra cui quello del maniscalco che lavorava in nero, senza dichiarare nulla al Fisco, che è stato condannato dalla Corte di appello di Brescia grazie alle foto che sono state postate su Facebook.
Un altro caso riguarda la decisione della Corte di appello di Ancona di condannare un marito che aveva dichiarato di non poter pagare gli alimenti alla moglie.
L’uomo infatti aveva sostenuto di non avere le possibilità economiche per elargire l’assegno di mantenimento al coniuge. Ma sempre grazie a delle foto trovate sui social il Tribunale è riuscito a dimostrare che il tenore di vita dell’uomo fosse ben più alto di quello che in realtà egli dichiarava al Fisco.
Un ultimo caso riguarda un imprenditore che aveva dichiarato al Fisco di guadagnare 11 mila euro l’anno.
L’uomo è stato condannato dal Tribunale di Pesaro a pagare l’assegno di mantenimento alla moglie dopo che quest’ultimo era entrato in possesso di foto postate su Facebook di vacanze trascorse in hotel a 4 stelle a Madonna di Campiglio e alla guida di macchine di lusso.
L’opinione della Cassazione in merito ai social network
Dopo aver elencato i diversi casi di cittadini condannati dai Tribunali italiani per aver dichiarato il falso al Fisco viene spontaneo porsi un quesito.
Basta una foto pubblicata sui social per far scattare le indagini fiscali da parte dell’Agenzia delle Entrate?
E se fosse realmente così non si tratterebbe di una violazione della privacy? A fornire le risposte a queste domande è la Cassazione che definendo Facebook un luogo aperto al pubblico afferma che le immagini postate sul social network possono diventare oggetto di approfondimenti dal punto di vista fiscale.
Bisognerà dunque iniziare a prestare attenzione agli status che si postano sui vari social perché il rischio che siano effettuati dei controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate diventa sempre più concreto.