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Contratto a tutele crescenti: ecco perché potrebbe essere incostituzionale. L’allarme dei Consulenti del Lavoro

venerdì 15 maggio 2015, di Vittoria Patanè

Stop alla conversione dei contratti a termine in contratti a tempo indeterminato, potrebbero essere invalidati dalla Corte Costituzionale. L’Associazione nazionale consulenti del lavoro (Ancl) lancia un allarme che, se confermato, rischia di mandare a gambe all’aria l’intero impianto del Jobs Act. A loro parere infatti un articolo della riforma del Lavoro approvata dal Governo Renzi sarebbe a rischio incostituzionalità.

Nel caso in cui il pericolo venisse confermato sarebbero dolori, sia per l’Esecutivo che per i lavoratori soggetti a questa forma contrattuale. In base ai dati riportati dall’Inps, a marzo 2015, sono state effettuate più di 31mila conversioni di contratto a termine in contratto a tutele crescenti, grazie all’esonero contributivo spettante ai datori di lavoro. Ma proprio su queste conversioni potrebbe intervenire la Corte Costituzionale

Contratto a tutele crescenti: rischio incostituzionalità
Il rischio non riguarda i neoassunti con contratto a tutele crescenti, ma solo chi lavorava già per l’impresa con contratto a tempo determinato che, in seguito al Jobs Act, è stato convertito in tempo determinato.

Un problema che gli uomini di Renzi dovranno presto risolvere, pena la validità dello stesso Jobs Act.
Pochi giorni fa, quando l’INPS aveva pubblicato i dati relativi alle nuove assunzioni effettuate nel primo trimestre dell’anno in corso, Matteo Renzi aveva evidenziato la scelta di favorire le conversioni dei contratti in tutele crescenti:

“Mi colpisce che ci sia chi dice: ‘beh però una parte non sono nuovi contratti, ma regolarizzazioni e stabilizzazioni’: fa sorridere! Era infatti proprio quello che volevamo. Non è la stessa cosa per un precario vedere trasformato il proprio contratto a tutele crescenti: è una svolta per la vita di tanti ragazzi della nostra generazione”.

Ma su questo meccanismo peserebbe un rischio di forma relativo alla stesura del decreto stesso che potrebbe far saltare tutto.

Contratto a tutele crescenti: eccesso di delega
A spiegare quale sarebbe il problema è l’Associazione dei consulenti del lavoro che parlano di eccesso di delega. Nel mese di dicembre il Parlamento approvò infatti la legge delega che conferiva al Governo la facoltà di redigere i decreti attuativi del Jobs Act. In base a quanto si legge nel testo il contratto a tutele crescenti è previsto solo "per le nuove assunzioni". Il decreto attuativo dell’Esecutivo però cambia le carte in tavola ed estende la possibilità di applicare le nuove regole “anche nei casi di conversione, successiva all’entrata in vigore del presente decreto, di contratto a tempo determinato o di apprendistato in contratto a tempo indeterminato”.

Proprio in questo passaggio starebbe "l’eccesso di delega" citato in precedenza. Tra i due testi c’è infatti un’incongruenza: il primo parla di nuove assunzioni, il secondo amplia il campo di applicazione del contratto a tutele crescenti anche alla conversione.

A questo punto, secondo i consulenti del lavoro, la Corte Costituzionale potrebbe intervenire sancendo l’incostituzionalità delle conversioni di contratti a termine in contratti a tempo indeterminato. Per questo motivo Ancl consiglia alle imprese di non effettuare conversioni dei contratti a termine. Meglio attendere la loro scadenza naturale e poi effettuare una una assunzione con contratto a tutele crescenti.

Francesco Longobardi, presidente dell’Ancl sottolinea infatti:

“Se la questione sollevata fosse fondata il rischio è che una eventuale pronuncia della Corte Costituzionale, che può avvenire anche fra anni, porti all’applicazione della disciplina generale sui licenziamenti a contratti che si era creduto di stipulare a tutele crescenti, con un altrettanto evidente rischio di pesanti sanzioni per le imprese”.

In altre parole, nel caso in cui la Corte Costituzionale riconosca la presenza di un’accesso di delega potrebbero essere dolori. Le conversioni dovrebbero essere soggette alle regole dei vecchi contratti e a questo punto molti dei licenziamenti applicati in base al Jobs Act diventerebbero a loro volta illegittimi. Il che consentirebbe ai dipendenti di rivolgersi ai Tribunali e presentare ricorso. Insomma, un caos senza fine.

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