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Conferenza BCE, Draghi: in Grecia necessario “accordo solido”, non ci sarà default

mercoledì 3 giugno 2015, di Flavia Provenzani

La conferenza stampa della BCE del 3 giugno ha visto l’argomento Grecia, la possibilità di default e di una Grexit come argomenti principali delle domande dei giornalisti rivolte al presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi.

In più momenti della conferenza stampa, infatti, Draghi si è trovato a riferire circa la posizione della BCE sulla crisi del debito in Grecia, sulla reale possibilità che il Paese possa uscire dall’Eurozona e alle accuse che vedono la BCE inerte nel cercare di risolvere la situazione.

Vediamo nel dettaglio quali sono stati gli interventi e i commenti di Mario Draghi riguardo la crisi in Grecia, a pochissimi giorni dalla scadenza della rata del debito del Paese al FMI per un totale di 305 milioni di euro.

Come abbiamo sottolineato nel resoconto completo della conferenza della BCE di giugno, Draghi inizialmente ha mostrato una certa resistenza nel parlare a riguardo dell’argomento.

In seguito, ha sottolineato che le istituzioni competenti stanno già lavorando sui negoziati alla ricerca di un accordo.

Il punto focale è stata la condivisione del concetto di "accordo" necessario che Draghi ha fornito ai giornalisti.

"Il Consiglio direttivo della BCE vuole Grecia di rimanere nell’euro, ma ci dovrà essere un accordo forte. Uno che crei crescita, fiscalmente sostenibile e che affronti le restanti cause di instabilità finanziaria.
Queste sono le componenti di un accordo forte."

Alla Grecia è necessario quindi non solo un accordo per evitare il default, ma un accordo che preveda dei miglioramenti generali nella prospettiva a lungo termine. L’instabilità finanziaria è una realtà in Grecia, e vi è il bisogno di riforme che vadano a risolvere la situazione.

E’ seguita poi una velata accusa secondo cui l’Europa non avrebbe fatto abbastanza per risolvere in tempi brevi la crisi di liquidità in Grecia.
Draghi spiega che si tratta di una questione di impegno:

“Molti programmi sono stati progettati. Alcuni sono stati attuati. Altri non sono stati attuati.”

Draghi ha poi anticipato che in occasione della prossima riunione della BCE si discuterà circa i tagli imposti ai titoli greci a garanzia del debito greco.

Riguardo all’economia della Grecia, Draghi ha mostrato un certo ottimismo nel dire che è convinto che possa sopravvivere, a patto che vengano portate avanti ed incoraggiate determinate riforme e politiche.

Ad una domanda diretta su un possibile default in Grecia, Draghi si è rifiutato di rispondere direttamente, limitandosi a riferire che la BCE è un’istituzione basata su delle regole.

Questa risposta così vaga ha incoraggiato delle richieste di chiarimenti, alludendo a come la BCE possa essere definita un’istituzione basata su delle regole quando non impone dei tagli più severi sugli asset greci utilizzati come garanzia.

Draghi conclude spiegando che le regole collaterali sono diverse da quelle per le altre procedure.

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