Catalexit: Puigdemont può davvero chiedere asilo al Belgio?

Nella querelle presentata contro Carles Puigdemont e il governo catalano, la procura del Governo centrale di Madrid chiede un incontro urgente affinché il presidente della Generalitat e 5 dei suoi consiglieri si presentino in udienza.

Ma la loro fuga a Bruxelles dopo il referendum dello scorso 1 ottobre apre un nuovo scenario istituzionale: quali sono le opzioni reali se Puigdemont dovesse ricorrere all’asilo politico? Quali sono le normative in proposito all’interno dell’Unione Europea?

Catalexit, Puigdemont a Bruxelles: quali conseguenze?

Secondo l’iter giudiziario vigente in Spagna, se il Tribunale Istruttorio Centrale ammettesse la denuncia, il passo successivo sarebbe quello di chiedere un mandato di comparizione a Puigdemont e consiglieri, che possono scegliere se presentarsi o meno davanti alla giustizia. Questo gesto apre due scenari possibili.

Presentandosi in giudizio, l’ex presidente della Generalitat dovrebbe sottostare all’articolo 505 della Legge di Procedura Penale, che prevede di presentarsi in tribunale nell’arco delle 72 ore successive all’avviso. Durante l’udienza, il procuratore potrebbe richiedere la custodia cautelare o la libertà vigilata con cauzione. In una situazione del genere, tutte le parti in causa possono presentare prove e accuse.

E se Puigdemont non si presentasse all’udienza?

In questo caso, dato che l’ex presidente della Generalitat e gli altri querelati si trovano a Bruxelles, si emetterà un ordine europeo di detenzione secondo la Legge 23/2014 del 20 novembre, valida su tutto il territorio europeo. Per rendere operativa questa legge, il procuratore prima e l’autorità giudiziaria poi dovrebbero presentare formalmente il caso di fronte al Tribunale Istruttorio Centrale.

Anche il giudice ha facoltà di chiedere autorizzazione a Bruxelles per interrogare i querelati tramite una richiesta formale, secondo quanto garantisce la Convenzione relativa all’assistenza giudiziaria in materia penale tra gli Stati membri dell’Unione europea, siglata il 29 Maggio 2000.

Dal momento che per nessuno dei reati commessi è stata presentata richiesta immediata di trasferimento in Spagna, per rendere operativa questa legge, la condizione è che l’autorità giudiziaria belga formalizzi anch’essa le accuse. In sostanza, Puidgemont e i suoi 5 consiglieri dovrebbero essere accusati degli stessi reati anche dallo stato belga.
Se ciò dovesse verificarsi, l’autorità giudiziaria spagnola si appellerebbe al già menzionato articolo 505 della Legge Procedura Penale.

E se Puidgemont chiedesse asilo al Belgio?

Il Protocollo 24, annesso al Trattato di Amsterdam, disciplina proprio le richieste di asilo politico da parte di cittadini di stati membri dell’Unione Europea. La procedura prevede che lo Stato in questione decida unilateralmente, portando la questione direttamente davanti al Consiglio Europeo, che secondo protocollo si impegna a garantire la libertà di decisione dello Stato stesso.

Se Puigdemont dovesse arrivare a chiedere l’asilo politico, la Spagna potrebbe argomentare che, in quanto Stato membro dell’UE, è capace di garantire uno standard di tutela dei diritti umani e di agire in conformità dei principi che ispirano l’Unione (articoli 2 e 4 del Trattato dell’Unione Europea). Tutto ciò rende incompatibile la concessione di asilo ad un cittadino spagnolo da parte di un altro Stato membro. L’ultima spiaggia, a quel punto, sarebbe ricorrere davanti alla Corte di Giustizia Europea.

È importante sottolineare che non esiste un precedente, almeno finora, di concessione di asilo politico da parte di una paese UE a cittadini di un altro Stato membro. La risoluzione definitiva del processo di secessione della Catalogna, insomma, sembra ancora di là da venire.