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Cambio Euro/Dollaro: lo scivolone continua, ma attenzione a Draghi

mercoledì 26 giugno 2013, di Federica Agostini

Il cambio Euro/Dollaro continua a perdere terreno durante la giornata di oggi sulla forza mostrata dal dollaro negli ultimi giorni e consolidata durante la giornata di ieri con letture positive per l’economia a stelle e strisce.

Durante la mattinata Europea il cambio si aggira attorno alla metà del range 1.30, ai livelli più bassi di questo mese.

Secondo il calendario economico di oggi, i market mover della sessione USA non saranno particolarmente sensibili per il mercato dell’Euro/Dollaro, anche se la giornata è iniziata con una nota positiva segnata dall’indice GFK sulla fiducia dei consumatori, rilevato al massimo degli ultimi sei anni.

Euro/Dollaro: lo scivolone continua

Durante la sessione Asiatica, il cambio Euro/Dollaro è stato pressoché fermo, raggiungendo un minimo di 1.3057 per poi consolidare a 1.3070. Successivamente, durante la mattinata della sessione Europea la coppia è stata scambiata più in basso e attualmente gli scambi avvengono in zona 1.3020.

Al ribasso, il cambio sembra essere in fase di test sul supporto a 1.3050 e il prossimo punto duro sarà la linea 1.30. Al rialzo, invece, 1.3100 è una resistenza piuttosto debole, seguita da 1.3160. Dopo i numeri positivi dall’economia USA, l’Euro continua a perdere quota e attualmente il range degli scambi varia tra 1.3020 e 1.31.

News e sentiment: attenzione a Draghi

Nel pomeriggio, evento a sorpresa firmato Mario Draghi. Il presidente della BCE parlerà davanti all’Assemblea Nazionale di Parigi.

A Berlino, lo stesso Draghi, parlando del piano OMT e del supporto dalla BCE, si è rivolto a tutti i leader politici, facendo appello all’unione monetaria, il presidente dell’Eurotower ha sottolineato che "le politiche, ma anche la mancanza di politiche hanno un effetto di ricaduta su tutti i paesi membri dell’Unione".

Circola veloce la notizia relativa all’Italia e allo scandalo sui derivati messo in evidenza da un rapporto del Tesoro secondo il quale, grazie ad un sistema di transazioni, l’Italia avrebbe camuffato i propri conti per entrare nell’Euro nel 1999.

Non mancano poi le notizie relative alla crisi in Grecia in cui il governo sembra di nuovo alle prese con la frammentarietà della coalizione. Proprio ieri, il Wall Street Journal descriveva la situazione politica e sociale in Grecia come estremamente tesa, una bomba pronta ad esplodere.

Per quanto riguarda gli Stati Uniti, invece, il focus continua ad essere la Federal Reserve. I dati macro continuano a segnare il costante miglioramento dell’economia statunitense e la speculazione sul "tapering" del quantitative easing si fa sempre più intensa, così che dai governatori delle Fed distrettuali, arrivano messaggi volti a placare gli spiriti degli investitori.

Il sentiment sul cambio Euro/Dollaro, dunque, continua ad essere ribassista, come confermato anche dalla nota Morgan Stanley: sui mercati riprende il nervosismo dovuto all’incertezza economica e sociale nei paesi periferici dell’Euro, con l’effetto un ulteriore indebolimento della moneta unica.

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