Crisi in Grecia: qualsiasi goccia potrebbe far traboccare il vaso, l’analisi del WSJ

La situazione della crisi in Grecia è ben più complicata di quanto non sembri dimostrare l’andamento dei titoli di Stato. Le tensioni politiche e sociali rischiano di sfociare in un destino drammatico, scrive l’editoriale del Wall Street Journal.

Crisi in Grecia: il paese sulle spine

Quattro deputati del Partito della Sinistra Democratica in Grecia hanno abbandonato la formazione di governo dopo che il Premier, Antonis Samaras, ha deciso di chiudere l’emittente radio-televisiva pubblica del paese. Nonostante la perdita dei partner più giovani, la coalizione di Governo sembra sopravvivere e, almeno per il momento, la crisi politica appare sventata.

Ma un Governo che minaccia di crollare ogni volta che si effettuano dei tagli non può durare per tutto il mandato dei quattro anni, specie se si considerano gli impegni che dovranno essere rispettati in termini di austerità e obblighi presi con Bruxelles e Fondo Monetario Internazionale.

La decisione del governo Samaras di chiudere la Hellenic Broadcasting Corporation, detta anche ERT, non è certo stato un modello efficace di ridimensionamento delle spese. Alla fine di aprile, il Governo ha approvato un disegno di legge di emergenza che prevedeva il licenziamento di duemila dipendenti entro la fine di maggio. Dopo anni di promesse mai mantenute per ridurre gli impiegati statali, improvvisamente il target imposto da Bruxelles per una riduzione di quattromila posti di lavoro entro la fine dell’anno è sembrato possibile.

All’inizio del mese, i funzionari della zona Euro in visita ad Atene hanno scoperto che le cose in realtà non sono andate esattamente come previsto. I dipendenti statali ad essere stati licenziati erano soltanto 99 e la tranche di aiuti per 3.3 miliardi di Euro è stata messa in serio dubbio.

Per tutta risposta, il Presidente Samaras ha velocemente licenziato 2.700 dipendenti ERT promettendo di creare una nuova emittente pubblica con una parte del personale ex ERT. Tre giorni dopo, il 14 giugno, i funzionari della zona Euro hanno deciso di concedere gli aiuti.

ERT: il caso di una questione di principio

Ma per le strade di Atene la chiusura di ERT è diventata un tema caldo. Dai media e dalla classe politica dirigente in Europa sono arrivati messaggi di solidarietà. Non che ERT fosse un esempio brillante, anzi, si tratta di un’emittente con audience mediocre e dalla copertura giornalistica pendente dalla parte del governo che tuttavia si è trasformata in un simbolo, una roccaforte da difendere, emblema della democrazia e della cultura greca.

Samaras ha fatto bene a mantenere fede alla sua decisione, scrive il WSJ anche se i partner di coalizione, Sinistra Democratica e Pasok, hanno minacciato di voler indire elezioni anticipate.

Per anni, ERT è stato un veicolo della burocrazia e del clientelismo politico. Dopo ogni elezione, i leader dei partiti vincitori sono stati premiati con comodi elogi dall’emittente. Lo stesso Samaras ha definito ERT come un "Jurassic Park" di spreco e corruzione.

Grecia: calma apparente e nervi scoperti

Tuttavia, a volte è la scintilla più improbabile ad appiccare un incendio indomabile. Da mesi, ormai, la Grecia gode di una leggera tregua dalla pressione del mercato obbligazionario, grazie al piccolo aiuto di Mario Draghi. Il governo Samaras ha dichiarato di voler raggiungere un avanzo di bilancio entro quest’anno, escludendo i pagamenti degli interessi. Le strade di Atene sono oggi molto più tranquille di quanto non fossero un anno fa.

Ma la tregua sembra destinata a durare poco. La capacità del paese di fare riforme e riorganizzare la propria economia sembra andare controcorrente rispetto alla realtà sociale di un paese al sesto anno consecutivo di recessione. Un altro giro di licenziamenti civili, un aumento delle tasse, un omicidio di stampo politico-razzista del partito ultranazionalista di Alba Dorata o una morte accidentale per mano della polizia: qualsiasi cosa potrebbe trasformarsi nella goccia che farà traboccare il vaso per le strade di Atene.