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Bundesbank: il super-euro può alterare l’outlook sull’inflazione
venerdì 14 marzo 2014, di
Ai piani alti della Bundesbank, ovvero la banca centrale tedesca, c’è preoccupazione per il recente boom della moneta unica, che si è avvicinata ulteriormente alla soglia di 1,40 dollari. Finora la BCE ha preferito non entrare nel merito dell’apprezzamento dell’euro sul forex, sottolineando che la politica valutaria non rientra tra gli obiettivi dell’Eurotower. Tuttavia, Jens Weidman, governatore della “Buba”, ha dichiarato che un eccessivo aumento del valore dell’euro non potrà essere completamente ignorato dalla BCE, in quanto “potrebbe alterare le previsioni sull’inflazione”.
Secondo il numero uno dell’istituto monetario tedesco, il cambio dell’euro resta comunque una variabile importante da considerare nella valutazione complessiva dello scenario macroeconomico e per le stime future sull’inflazione. Non sarà un target politico per la BCE, ma va tenuto sotto osservazione. Weidmann ha comunque ricordato che la BCE dispone di tutti gli strumenti necessari per intervenire, ma è fondamentale non spingere troppo il piede sull’acceleratore delle misure non convenzionali della politica monetaria. Weidmann ritiene che il rischio di esecuzione di misure non ordinarie è quello di “spingere la politica monetaria al di là dei suoi confini, per esempio deviandola nel territorio delle politiche di bilancio”.
Il governatore della Bundesbank auspica poi che l’attuale livello dei tassi di interesse nell’eurozona, ovvero lo 0,25%, non diventi la normalità bensì semplicemente una misura espansiva di natura temporanea per far fronte alla crisi economica. Weidmann ritiene che i rischi di deflazione nell’area euro siano "molto limitati", ma non si può dire di essere completamente fuori pericolo. Draghi ha di recente affermato che il peggio per l’eurozona è ormai alle spalle, ma Weidmann preferisce mantenere un atteggiamento più prudente ricordando che molte economie dell’Ue-18 restano fragili e ancora vulnerabili agli shock esterni.
Il numero uno della “Buba” si è anche soffermato sulla situazione specifica della Germania, la prima economia dell’eurozona. Berlino dovrebbe continuare a trainare la ripresa, grazie a un basso livello di disoccupazione (5% a gennaio, secondo l’Ocse), salari in crescita e all’incremento della spesa per consumi. Berlino continuerà anche a registrare un notevole surplus delle partite correnti, nonostante il monito della Commissione UE che ritiene l’economia tedesca troppo sbilanciata verso le esportazioni con riflessi negativi per la domanda in tutta l’area euro.