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Borsa Italiana a rischio (s)vendita dopo fusione Londra-Francoforte
lunedì 21 marzo 2016, di
La fusione tra le Borse di Londra e Francoforte anima i dissensi lungo tutta l’Europa.
Non solo: acquista forza anche il rischio che la Borsa Italiana, la Piazza Affari di Milano, venga venduta per andare incontro alle richieste dell’Antritrust europeo chiamato a guidare la regolarità dell’unione tra il London Stock Exchange e la Deutsche Boerse.
La stampa inglese, nota al mondo intero per la sua penna affilata, si schiera contro la fusione tra la Borsa di Londra e la Borsa di Francoforte, un’unione che porterebbe alla creazione di un gigante finanziario europeo che possa competere con la piazza di New York.
Le incognite, tuttavia, sono tante e i punti di scontro numerosi: primo su tutti, il campanello di allarme per la borsa di Milano.
Milano: rischio vendita Borsa Italiana dopo fusione Londra-Francoforte?
La società Borsa Italiana, che guida Piazza Affari, è già proprietà della Borsa di Londra. Così, alla richiesta dell’Antitrust - alla guida della fusione da record Londra-Francoforte - il London Stock Exchange potrebbe essere spinta a (s)vendere la Borsa Italiana.
La fusione è ormai partita e aumentano le voci che la nuova Borsa, frutto della fusione tra Londra e Francoforte, possa preferire vendere la Borsa Italiana per poter catalizzare l’impegno nella nuova struttura, la sua integrazione e l’equilibrio delle giuste sinergie tra le due Piazze europee.
L’accordo per la fusione tra la Borsa di Londra e quella di Francoforte è già intesa: vi è condivisione nei termini e nelle condizioni, per un risultato di un gigante da 21 miliardi di euro e con un risparmio sui costi annuale di 450 milioni di euro per la neo super-Borsa.
Molti operatori sono però dubbiosi sulla descrizione dell’operazione tra il London Stock Exchange e la Deutsche Boerse come “fusione tra pari” (“premium free merger of equal”), dove però Francoforte avrà la maggioranza del nuovo gruppo e il suo amministratore delegato come guida. La stampa di Londra protesta a gran voce: "Follia finanziaria".
Fusione Borsa Londra-Francoforte: la City protesta
Con 250 anni di storia alle spalle, i sostenitori del London Stock Exchange temono per la sua indipendenza già al nascere delle voci della fusione con la borsa della Germania.
In questi giorni, con i dettagli messi nero su bianco e in attesa dell’ok dall’Antitrust e la formalità del via libera dal CdA delle due aziende, la stampa inglese protesta: "Salviamo la nostra Borsa", leggiamo su una copertina del Daily Mail.
Ed entra in gioco anche la Brexit: chi si oppone alla fusione è, non a caso, a favore di un’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, in attesa del referendum a giugno.
John Longworth, figura cardine per la campagna pro-Brexit ed ex direttore della Camera di Commercio inglese - sospeso quando espresso pubblicamente il suo impegno nella campagna per uscire dall’UE, commenta:
"È inconcepibile che il nostro governo non sia intervenuto per bloccare l’acquisizione di un bene strategico per il nostro paese come la borsa di Londra da parte di quella di Francoforte. La Germania sarebbe certamente intervenuta, se qualcuno provasse a comprare la Bmw".
Alle voci di protesta si aggiunge, però, anche chi la Brexit non la vuole.
In un momento di forte divisione nella City e in tutto il territori britannico, c’è un punto di incontro: Londra pensa che il matrimonio tra il London Stock Exchange e la Deutsche Boerse non s’ha da fare.
I dettagli della fusione
I termini della fusione prevedono la creazione della UK TopCo, una holding britannica posseduta per il 54,4% da Deutsche Boerse e il restante 45,6% dal Lse. Al consiglio la rappresentanza sarà divisa invece alla pari.
Grazie ai dettagli resi noti sulla fusione tra la Borsa di Francoforte e Londra apprendiamo inoltre che gli azionisti del London Stock Exchange entreranno in possesso di 0,4421 della nuova holding per ciascuna azione in portafoglio. La holding avrà sede sia a Londra che a Francoforte e il sistema fiscale delle due società rispetterà i versamenti previsti dal Paese di riferimento.
Ai piani alti, Donald Brydon - attuale presidente del LSE - sarà il nuovo presidente della Holdig, frutto della fusione, mentre l’attuale ad di Deutsche Boerse, Carsten Kengeter, sarà l’amministratore delegato. Non è prevista la partecipazione alla nuova holding dell’attuale ad della Borsa di Londra, Xavier Rolet.
Si attende il via libera dall’Antitrust europeo, ma alcuni ottimisti ritengono che la fusione possa essere portata a compimento già entro la fine del 2016, o al massimo nel primo trimestre del prossimo anno.