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Bonus bebè 2015, ufficiali i 600 euro al mese alle mamme per pagare l’asilo nido o la baby sitter: ecco come funziona
lunedì 15 dicembre 2014, di
Bonus bebè 2015, con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto per il biennio 2014 e 2015, i 600 euro mensili spettanti alle neo mamme per pagare l’asilo nido o la baby sitter sono diventati realtà. Consistenti le novità rispetto alla versione 2013: innanzitutto l’importo raddoppia (si fermava a 300 euro appena l’anno scorso) e si amplia anche la platea delle potenziali beneficiarie (ne saranno comprese anche le lavoratrici del settore pubblico, non solo quelle del settore privato e le parasubordinate).
Come funziona
La misura alternativa al congedo parentale per il 2014 e il 2015 prevede che le istanze si presentino entro il 31 dicembre di ogni anno (anche se in molti attendono una possibile proroga per l’anno in corso). Il bonus, introdotto dalla legge Fornero n. 92 del 2012, mira a dare un sostegno per le spese relative ai servizi per l’infanzia: infatti, le lavoratrici madri possono farne richiesta rinunciando alla fruizione del congedo parentale. Potranno farne richiesta le madri lavoratrici dipendenti di pubbliche amministrazioni e di datori di lavoro privati, nonché le madri lavoratrici iscritte alla gestione separata. La richiesta si può presentare al termine del periodo di congedo di maternità e negli 11 mesi successivi, anche se nel frattempo si è già in parte usufruito del congedo parentale.
Per cosa si può usare il bonus?
Il bonus può essere usato alternativamente per pagare la baby sitter oppure per l’asilo nido (presso strutture accreditate). Nel primo caso, vengono erogati dei buoni lavoro (o voucher), nel secondo è direttamente l’Inps a pagare il bonus alla struttura.
Quanto vale il bonus?
Il bonus da quest’anno sale a 600 euro mensili per un periodo massimo di 6 mesi complessivi (quindi un totale di 3600 euro). Per le lavoratrici iscritte alla gestione separata, la durata massima si ferma a tre mesi (quindi 1800 euro in tutto). In caso di impiego part time, il bonus è ridotto proporzionalmente a seconda dell’orario di lavoro. Sono escluse dalla platea delle beneficiarie le lavoratrici madri che sono totalmente esentate dal pagamento dei servizi all’infanzia o che già usufruiscono di altri benefici.
I dubbi sul bonus
E’ tutto rose e fiori, quindi? Ovviamente no: l’erogazione del bonus è vincolata a un limite di spesa considerato da molti troppo basso, appena 20 milioni di euro ogni 12 mesi. Una volta raggiunto, il Governo potrà agire sul tetto Isee (rendendo più selettivo l’accesso al sussidio) o facendo calare l’importo spettante alle neo mamme.