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BCE: l’Italia rischia di rimanere esclusa dal Quantitative Easing. Ecco perché

venerdì 9 gennaio 2015, di Vittoria Patanè

E’ attualmente in corso il Consiglio dei governatori della Banca centrale Europea. Il Board, preliminare a quello del 22 gennaio nel quale verranno prese le decisioni ufficiali sulla politica monetaria dell’Eurozona, starebbe vagliando varie opzioni sull’attuazione e sul funzionamento del quantitative easing. Il piano di acquisto di titoli di Stato dovrebbe valere 500 miliardi di euro e avrebbe lo scopo di iniettare liquidità sui mercati e di combattere la deflazione in cui è caduta l’Europa a 19.

Secondo quanto si apprende da fonti internet, i governatori starebbero vagliando due proposte:

1) Il Quantitative Easing si tradurrebbe nell’acquisto di titoli con rating AAA per scongiurare eccessivi pericoli.

2) la seconda opzione consisterebbe nell’acquistare titoli governativi con un rating superiore o pari a BBB-, bond valutati dal mercato come "investment grade".

Entrambe le possibilità escluderebbero i titoli della Grecia e di Cipro che attualmente godono degli aiuti della Troika e le cui banche accedono alle aste settimanali della BCE, senza presentare collaterali di garanzia, ma il rischio è che a rimanere fregata sia anche l’Italia.

Il bilancio della BCE
La decisione ufficiale sul da farsi arriverà il prossimo 22 gennaio, La volontà di Mario Draghi sembrerebbe quella di ampliare il bilancio della BCE dai 2.200 miliardi di oggi a 3.000 miliardi. Si deve tener conto inoltre del fatto che entro febbraio, gli istituti bancari dei vari Stati Membri dovranno rimborsare circa 200 miliardi ricevuti in prestito con l’asta Ltro del febbraio 2012.

In ogni caso, nel corso delle prossime settimane dovrebbe verificarsi una riduzione del bilancio della BCE e, anche se venisse varato il tanto atteso QE da 500 miliardi, l’acquisto di titoli sarebbe spalmato nell’arco di vari mesi.

Il Quantitative Easing e l’Italia
Coma abbiamo scritto in precedenza, la BCE starebbe vagliando due opzioni. La prima, relativo all’acquisto di titoli con rating AAA, limiterebbe l’azione dell’Eurotower ai soli bond sovrani con valutazione massima. In questo caso, per la Germania potrebbe essere un vantaggio, dato che il QE diventerebbe de facto un piano d’acquisto dei soli Bund e degli altri (pochi) titoli a tripla A. In questo caso, il Quantitative Easing potrebbe comportare un ampliamento degli spread tra gli Stati centro-nord europei e quelli della periferia, introducendo liquidità nei mercati che ne hanno meglio bisogno.

L’Italia, ovviamente, non rientrebbe all’interno del piano, ma rischia di essere esclusa anche nel caso in cui i Governatori della Banca Centrale decidessero di attuare la seconda opzione, cioè comprare titoli con un rating pari o superiore a BBB-. I nostri BTP si trovano attualmente nel gradino più basso della scala “investment grade”. Se si verificasse un altro downgrade dunque, i titoli nostrani uscirebbero dal programma di acquisto, andando incontro ad un probabile crack finanziario, dato che secondo lo statuto i fondo non potrebbero più comprarli. La domanda a questo punto crollerebbe.

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