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BCE: domani il giorno del giudizio. Gli schieramenti sul QE interni al board e il funzionamento del voto

mercoledì 21 gennaio 2015, di Vittoria Patanè

Mancano poco più di 24 ore al giorno che i mercati internazionali stavano aspettando. Domani potrebbe arrivare il tanto agognato Quantitative Easing. Il rischio però rimane altissimo. Anche nel caso in cui Mario Draghi riuscisse a spuntarla, non è detto il meccanismo sia quello che tutti si aspettino. C’è il concreto pericolo che la spaccatura interna al board della BCE produca delle misure blande che non riusciranno a risollevare l’economia dell’Eurozona.

La volontà del Governatore della Banca Centrale potrebbe non bastare senza i voti dello spagnolo Luis Maria Linde e del greco Yannis Stournaras. Weidmann, il numero uno della Bundesbank e acerrimo "nemico" di Draghi, avrà invece bisogno dell’appoggio (dubbio) dell’irlandese Patrick Honohan. Il vincitore, in altre parole, riuscirà a spuntarla per un pelo.

BCE spaccata in due
Da tempo ormai il board della BCE è diviso in due. Riprendendo una formula tutta americana, da un lato ci sono le colombe guidate da Draghi, che ha già esteso l’operato della Banca Centrale fino a confini mai toccati in precedenza (si guardi ai tassi d’interesse). Dall’altro i falchi di Weidmann, da sempre contrari al quantitative easing. Il Governatore della Bundesbank è infatti convinto che l’acquisto di titoli di Stato non avrà lo stesso impatto che ha avuto negli Stati Uniti. L’Europa è una realtà ben diversa.

Domani, con ogni probabilità, ad avere la meglio sarà Mario Draghi. I mercati vogliono e si aspettano il quantitative easing, i dubbi ormai riguardano solo quanto la BCE ha intenzione di spendere e come verrà strutturato il meccanismo.

Secondo Bloomberg, il QE sarà di circa 550 miliardi, una cifra che molti ritengono irrisoria. Nomisma parla invece di un programma di acquisto titoli da mille miliardi di euro

BCE: domani il voto, come funziona?
Con l’ingresso della Lituania nell’Eurozona cambiano le carte in tavola. Mario Draghi e gli altri membri del Consiglio hanno diritto di voto permanente. Come scrive repubblica.it

Negli ultimi tempi, la divisione in blocchi si è fatta meno netta. Tra i cinque membri principali del Consiglio direttivo, il meccanismo di rotazione dei diritti di voto tiene fermo a gennaio lo spagnolo Linde. Ammessi alla votazione, oltre all’italiano Visco, anche il francese Noyer, che dovrebbe sentire i richiami alla flessibilità dell’Eliseo, e l’olandese Kont, storicamente al fianco di Weidmann.

I governatori dei 14 Paesi più piccoli si passano invece 11 diritti di voto. La vittoria di Draghi dovrebbe essere abbastanza certa, tanto più che è necessaria la maggioranza e non l’unanimità del consiglio. Il Quantitative Easing dunque non sarebbe in discussione, ma non potremo dormire sugli allori. Se il meccanismo di funzionamento del piano non appagherà la sete dei mercati, le ripercussioni potrebbero essere peggiori del previsto.

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