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BCE dichiara guerra alla deflazione. Pronti acquisti di asset fino a 1.000 miliardi
lunedì 7 aprile 2014, di
Giovedì scorso la BCE ha mantenuto i tassi di interesse invariati al minimo storico dello 0,25%, confermando la politica monetaria accomodante. Ciò che ha catturato l’attenzione del mercato sono state, però, le dichiarazioni di Mario Draghi nel corso della consueta conferenza stampa successiva all’annuncio sui tassi dell’Eurotower. Il numero uno della BCE ha affermato che “il consiglio è unanime nell’impegno a usare anche strumenti non convenzionali”. Si tratta di un’apertura sorprendente, considerando la storica resistenza dei “falchi” della BCE all’utilizzo di misure monetarie non convenzionali per non creare problemi alla stabilità dei prezzi nell’eurozona.
Draghi ha parlato apertamente della possibilità di lanciare un piano di quantitative easing (QE), come hanno già fatto negli ultimi anni Stati Uniti, Regno Unito e Giappone. Secondo il quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung, la BCE starebbe già effettuando una simulazione per valutare l’impatto che si avrebbe sull’inflazione acquistando asset per un controvalore fino a 1.000 miliardi di euro, ovvero circa 80 miliardi al mese. A seconda degli scenari, viene calcolato che il tasso di inflazione possa aumentare tra lo 0,2% e lo 0,8%.
Di recente anche la società di ricerca Independent Strategy aveva stimato un possibile piano di QE dell’Eurotower pari a circa 950 miliardi di euro (50-60 miliardi al mese per 18 mesi). Il dato preliminare sull’inflazione nell’eurozona a marzo ha segnato un pesante calo allo 0,5% su base annua. Molti paesi sono entrati in deflazione, in particolare quelli della periferia europea (Grecia, Portogallo, Cipro e Spagna), ma anche la Germania ha sperimentato una pericolosa discesa dell’indice Cpi sotto l’1%. Questo scenario di bassa inflazione, che rischia di tramutarsi ben presto in deflazione, dovrebbe spingere la BCE ad agire con urgenza.
Secondo Nouriel Roubini, intervenuto al Workshop Ambrosetti di Cernobbio, ci vorranno però dai 6 ai 9 mesi per mettere a punto un piano di stimoli monetari molto robusto. Nel frattempo la BCE potrebbe abbassare i tassi di interesse allo 0,1% o addirittura allo 0%, ma anche tagliare il tasso sui depositi overnight dall’attuale 0% a valori negativi, in modo tale da scoraggiare le banche commerciali a depositare denaro presso i forzieri dell’istituto monetario di Francoforte. Secondo le ultime indiscrezioni, la Bundesbank preferirebbe comunque che il piano di QE si concentrasse sui titoli privati anziché sui titoli di stato, che sono stati già acquistati in buone dosi tra il 2012 e il 2012.