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Alleanza Vendola-D’Alema: cosa accadrebbe se si realizzasse il listone anti-Renzi?

mercoledì 1 febbraio 2017, di Federica Ponza

Nichi Vendola, leader dell’ex SEL, apre alla possibilità di un’alleanza con Massimo D’Alema qualora si concretizzasse la scissione dal PD di Matteo Renzi.

Nelle ultime settimane molte sono state le voci di una possibile divisione all’interno del Partito Democratico. La possibilità è stata avanzata prima da Michele Emiliano e poi da Massimo D’Alema e ha generato non poco caos all’interno del Partito Democratico, in attesa anche del congresso.

E mentre ci si domanda chi siano coloro che potrebbero seguire D’Alema in caso di scissione (fra questi si pensa ci possa essere anche lo stesso Emiliano) arriva la notizia di un Vendola disposto ad allearsi con D’Alema a formare un’unica grande lista che riunisca la sinistra.

Se si andasse al voto oggi, secondo gliultimi sondaggi politici, non sarebbe possibile per nessun partito vincere da solo e la prospettiva di un’alleanza sembrerebbe essere l’unica possibilità per superare il 40% dei voti e vincere il premio di maggioranza.

Ma cosa accadrebbe se si realizzasse il listone anti-Renzi?
Cercheremo di capirlo alla luce delle recenti dichiarazioni di Vendola, che si è detto disponibile a valutare un’alleanza con Massimo D’Alema qualora decidesse di distaccarsi dal PD di Matteo Renzi.

Alleanza Vendola-D’Alema: cosa accadrebbe se si realizzasse?

Nel 2010 Vendola e D’Alema si facevano la guerra, ma dalle ultime dichiarazione dell’ex governatore della Puglia, sembra che ci sia l’intenzione di sotterrare l’ascia di guerra o almeno di impugnarla insieme contro Matteo Renzi, attuale leader del Partito Democratico.

Le dichiarazioni di Vendola, infatti, strizzano l’occhio alle recenti notizie in merito alla possibilità che D’Alema e il suo movimento Consenso continuino per la loro strada separandosi dal PD.

Certo, Vendola ammette che D’Alema dovrebbe fare un mea culpa, ma allo stesso tempo guarda con interesse alle sue ultime mosse, anche perché un’alleanza con il PD di Renzi era esclusa in modo categorico.

Il consenso al movimento di D’Alema viene stimato intorno al 10%, mentre Sinistra Italiana, lo schieramento dovrebbe convogliare anche SEL, viene stimato intorno al 3 %, per un totale del 13%.
Cifre che non basterebbero a superare il 30% del PD, almeno non da soli.

L’idea, a detta di Vendola, è quella di creare un unico grande schieramento di sinistra che possa raccogliere tutti i partiti che non si rivedono nelle politiche portate avanti da Renzi finora, che avvicinano il PD molto più alla destra che alla sinistra.

Alleanza Vendola-D’Alema: chi altro nella possibile coalizione?

Il 13%, dunque, non sarebbe sufficiente a battere il PD, ma sono altri i nomi che spuntano come papabili per un’alleanza. Oltre al già citato Emiliano, ci potrebbe essere anche Giuliano Pisapia, ex sindaco di Milano, che secondo Vendola “nella ricostruzione della sinistra ci deve essere, sarebbe infelice se non ci fosse”, anche perché Vendola lo considera una personalità della sinistra e un ottimo amministratore.

Oltre a lui, anche Pierluigi Bersani, che dichiara di voler sentire le risposte di Renzi in merito a determinate questioni e di non escludere la scissione, ma nemmeno di minacciarla.

In attesa della nascita ufficiale di Sinistra Italiana nel congresso di febbraio a Rimini, diversi sono gli scenari possibili che potrebbero portare anche ad un’alleanza di molte delle personalità di sinistra.

E mentre Emiliano insieme a Francesco Boccia spinge per il congresso PD facendo partire una raccolta firme online fra gli iscritti sulla piattaforma “primailcongresso”, le tensioni crescono anche da altri fronti, come quello dello stesso Bersani che ricorda che in tutti i partiti prima di andare al voto si fa il punto della situazione, cosa questa che dovrebbe avvenire proprio nel congresso, ma che per ora sembra molto lontana (il congresso sarebbe previsto per dicembre 2017).

Gli scenari sono molteplici e si può solo stare a vedere, ma l’istanza portata avanti da Vendola è quella di una sinistra che non può allearsi con chi parla di voucher e buona scuola.

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