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Alla scoperta del fondo pensione che può spingere le borse su livelli record

martedì 4 novembre 2014, di Nicola D’Antuono

Negli ultimi giorni non si fa altro che parlare della gigantesca operazione di allentamento monetario messa in atto dalla Bank of Japan per allontanare definitivamente lo spettro della deflazione nel paese del Sol Levante, dove crea problemi da circa un ventennio. L’istituto monetario di Tokyo ha ampliato il piano di quantitative easing a 80 trilioni di yen all’anno, corrispondenti a circa 715 miliardi di dollari. Si tratta di una cifra enorme, che si riverserà sui mercati finanziari globali fornendo nuova liquidità a basso costo agli investitori internazionali.

La manovra della BoJ ha fatto scattare un poderoso rally sulle principali borse: Tokyo ha guadagnato subito quasi il 5%, mentre Wall Street ha aggiornato i massimi storici. Dietro al rally degli indici azionari c’è però anche un investitore istituzionale, che siede su una montagna di denaro, potenzialmente in grado di far proseguire il boom dell’equity per altri mesi nonostante le aspettative di aumento dei tassi di interesse negli Stati Uniti a partire dalla seconda metà del 2015.

Si tratta del GPIF, il fondo pensionale nazionale giapponese controllato dal Ministero della Salute. E’ il più grande ente previdenziale al mondo, con più di 1.200 miliardi di dollari di asset in gestione. Ebbene il fondo pensioni pubblico di Tokyo è passato dall’essere uno degli enti previdenziali più prudenti al mondo a uno dei più scriteriati nella scelta dell’asset allocation. Infatti il fondo ha annunciato di voler aumentare la quota di acquisti di azioni locali e straniere al 25% dal precedente 12%.

Inoltre la quota di acquisti di bond esteri sarà incrementata al 15% dall’11% (con possibili effetti positivi sui titoli di stato dell’area euro), mentre quella relativa ai bond governativi giapponesi (JGB) scenderà al 35% dal precedente 60%. Una vera e propria rivoluzione per il fondo, resa necessaria dalle difficoltà dell’economia nazionale. Tokyo deve fare i conti con un’inflazione in frenata, con un forte calo della spesa delle famiglie e con stime sul pil dimezzate. L’Abenomics rischia di fare flop, così il premier Shinzo Abe vuole sparare le sue ultime cartucce a disposizione.

L’obiettivo dei policy makers nipponici è quello di aumentare la fiducia degli investitori verso i mercati finanziari, scatenare i consumi delle famiglie e spingere le aziende a investire di più. Le ultime mosse messe a punto in Giappone sembrano quasi un azzardo e rischiano di incoraggiare la speculazione contro il sistema-paese (maxi-svalutazione dello yen e bolla sull’azionario locale). L’unica cosa certa è che nel breve-medio periodo possa esserci un forte incentivo all’acquisto di azioni e obbligazioni, con effetti positivi sulle principali borse del globo (Wall Street in primis, ma anche l’Europa).

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