Abolizione del redditometro? I dati della Corte dei Conti e i nuovi strumenti per i controlli fiscali

Secondo recenti rilevazioni della Corte dei Conti il redditometro, lo strumento fiscale più recente per contrastare l’evasione fiscale, si sta rivelando del tutto inadeguato e potrebbe presto vedere l’abolizione, dati i suoi scarsi risultati.

Nel 2014 gli accertamenti prodotti dall’applicazione del redditometro hanno visto una riduzione di circa il 50% (dai 21.535 del 2013, lo scorso anno si è passati a 11091) mentre le entrate fiscali ammontano, sempre il 2014, a 188 milioni di euro, solo un quarto di quanto previsto.

Redditometro: cosa avviene attualmente?
Il redditometro, strumento che viene utilizzato per far emergere i redditi non dichiarati, dando luogo a un confronto tra il reddito presunto e i redditi dichiarati, attraverso i cosiddetti aaccertamenti sintetici, sembra aver fallito il proprio compito dal momento che ha richiesto alcuni interventi di rettifica sul fronte della privacy (inizialmente utilizzava i dati personali) e che, nell’ultimo anno ha fatto registrare una sonora diminuzione dei suo utilizzo. Le verifiche da redditometro hanno fatto registrare un calo del 48,5% rispetto al 2013 mentre si si confrontano i dati del 2014 con quelli del 2011 si nota un calo dei controlli del 69,4%.

Quale futuro per il redditometro?
Il redditometro si è rivelato, quindi, uno strumento del tutto al di sotto delle aspettative, per o controlli contro l’evasione fiscale; uno strumento obsoleto anche a causa dei recenti provvedimenti varati dal Governo hanno mutato le priorità in materia di lotta all’evasione.
Proprio per questo al di là dell’abolizione prospettata dalla corte dei Conti, il redditormetro potrebbe, prima di essere definitivamente abolito, continuare ad essere affiancato dallo spesometro, lo strumento fiscale alternativo e complementare al redditormento che viene affiancato ad esso per effettuare attività di accertamento sintetico delle persone fisiche, considerando in via esclusiva le spese sostenute e non le singole fonti produttive.
Dalle indiscrezioni circolate nei giorni scorsi, inoltre, il redditometro dovrebbe scattare in futuro solo nei casi in cui si registri un discostamento di oltre il 20% tra reddito presunto e reddito dichiarato.

Nuovi controlli fiscali e strumenti alternativi
Se il redditometro è destinato all’abolizione a causa dei suoi limiti, maggiore spazio potrebbero trovare in futuro controlli sostanziali analitici di accertamento generale o parziale, ossia controlli fiscali analitici focalizzati sulla totalità dei redditi prodotti da un contribuente o solo su alcune tipologie di reddito.
Per accertamento analitico occorre intendere un accertamento che consenta all’Agenzia delle Entrate, anche qualora la dichiarazione risulti incompleta o infedele, di determinare voce per voce il maggior reddito conseguito dal contribuente e le relative indebite detrazioni. Nel caso in cui il Fisco abbia a che fare con contribuenti che non sono obbligati alla tenuta delle scritture contabili o con esercizi commerciali le modalità per l’accertamento analitico sono differenti rispetto a quelle adottate per i professionisti titolari di Partita IVA.
In ogni caso, il contribuente deve ricordare che:

• la notifica dell’avviso di accertamento, per essere valida, deve avvenire entro il 31 dicembre del quarto anno successivo a quello in cui è presentata la dichiarazioneo entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui avrebbe dovuto essere presentata, in caso di omessa presentazione della dichiarazione o di presentazione di dichiarazione nulla (ex art. 43 del DPR 600/73);
• Se le violazioni che comportano l’obbligo di denuncia penale per reati tributari sono riscontrate per più anni, i termini per l’accertamento raddoppiano.