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Vladimir Putin: 5 parole spiegano come sarà il 2017 della Russia

martedì 10 gennaio 2017, di Marco Frattaruolo

Negli ultimi mesi la Russia è tornata ad occupare il ruolo di superpotenza, nel quale eravamo stati abituati a vederla dalla fine della Seconda Guerra Mondiale al crollo del blocco sovietico avvenuto nel 1991.
Gran parte del merito di questa sua riconquista è attribuibile al sempre più discusso presidente Vladimir Putin il quale, con i suoi modi spicci e spesso arroganti, sta riportando ad essere la Russia la grande potenza mondiale che fu.

Per cercare di delineare come sarà il 2017 del paese guidato dal presidente Putin, il quotidiano americano Politico ha selezionato cinque parole russe che con ogni probabilità caratterizzeranno i prossimi dodici mesi. Vediamo quali sono.

5 parole descrivono il 2017 russo: компромат (Kompromat)

Kompromat è il termine russo che si riferisce alla compromissione di informazioni ai danni di figure e personaggi di nota rilevanza pubblica, ed è uno degli strumenti preferiti da Putin per combattere i propri “nemici” interni. Il kompromat si basa sulla disinformazione e sul tentativo di influenzare l’opinione pubblica attraverso l’utilizzo di pratiche e metodi poco ortodossi.

In principio un grande e fervente sostenitore della kompromat fu l’ex primo presidente della Federazione Russa dal 1992 al 1999, Boris Yeltsin, che per mezzo di essa distrusse la carriera del potente pubblico ministero Yury Skuratov, che “incautamente” aveva dato ordine alle autorità russe di indagare sulla corruzione del Cremlino.

Putin durante i suoi mandati da Presidente è stato più volte accusato di aver usato questa particolare tecnica contro i suoi principali dissidenti (giornalisti, politici delle opposizioni, intellettuali). Gli ultimi avvenimenti di hackeraggio negli Stati Uniti e nei paesi dell’Europa e Eurasia rappresentano un classico caso di kompromat “putinesca”.

5 parole descrivono il 2017 russo: Восстановление (Restaurazione)

Uno degli obiettivi dichiarati da Vladimir Putin, sin da quando nel 2000 assunse per la prima volta il potere, è la “restaurazione” del grande potere russo nel mondo, e la ricostruzione di quello che fu il grande impero Sovietico.

Per cercare di raggiungerlo la Russia di Putin negli ultimi decenni è più volte intervenuta (anche con la forza) negli affari interni delle ex repubbliche sovietiche, provando a riportarle sotto la sua sfera di influenza. I paesi che hanno cercato di resistere all’ingerenza russa, vedi la Georgia nel 2008 e l’Ucraina nel 2014, non hanno potuto fare a meno di scontrarsi militarmente con essa.

Anche a livello internazionale la Russia di Putin è tornata ad assumere una posizione centrale, rafforzando le alleanze d’epoca sovietica e intervenendo risolutamente nel conflitto siriano, schierandosi apertamente dalla parte del presidente Bashar Al Assad, osteggiato dalle forze occidentali.

La Russia negli ultimi anni ha inoltre fatto sentire il proprio peso nella politica internazionale finanziando economicamente molti dei partiti populisti sorti nei paesi europei, e incoraggiando i movimenti euroscettici e anti-islamici. La destabilizzazione dei paesi dell’occidente sembra, verosimilmente, uno degli obiettivi di politica internazionale al quale punta Putin.

5 parole descrivono il 2017 russo: Яркий (Appariscente)

Recentemente Vladimir Putin ha descritto il neo-eletto presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, come un uomo “Яркий” (appariscente). Il feeling tra i due presidenti si è concretizzato negli ultimi mesi della campagna elettorale americana che ha visto battersi il tycoon con la ex first lady Hillary Clinton.

L’appariscenza, a ben vedere, è un tratto che Putin e Trump condividono. Note sono infatti le uscite mediatiche attraverso le quali l’ex funzionario del KGB ha più volte cercato di emergere come uomo alfa, irresistibile.

Un appeal che ora dovrà contendersi con Trump, anch’egli un personaggio che in quanto a boria conta pochi rivali. La domanda che in molti si pongono è se le personalità altezzose dei due potranno mai andare d’accordo...

5 parole descrivono il 2017 russo: : Наш (Nostro)

Il grande sogno di Vladimir Putin, come già detto in precedenza, è quello di riportare la Russia ad essere la grande potenza che fu all’epoca della Guerra Fredda. Per farlo il concetto di “Nostro” e di “Noi contro loro” ha assunto un enorme peso.

La Russia sta cercando di riconquistarsi il centro della scena nelle questioni geopolitiche, assumendo un atteggiamento duro per quanto assolutamente concreto e realista. Paesi da sempre vicini alla sfera di influenza russa - Siria, Cuba, Venezuela - sono tra i pochi che possono godere di un trattamento speciale da parte della grande repubblica dell’ex. Così come sono poche le personalità pubbliche o le organizzazioni globali che possono dirsi “ben accolte” da Putin e dalla sua “creatura”. Insomma tutto ciò che non è “Nostro” o "vicino a Noi" in Russia è mal visto.

A tal proposito chissà cosa ne penseranno i "nemici" americani dei festeggiamenti da parte dei russi alla notizia dell’elezione di Donald Trump al motto "Washington è nostra!"

5 parole descrivono il 2017 russo: Монголо-татарское иго (Sottomissione mongola)

Ai più il riferimento alla sottomissione mongola della russia tra il 13° e il 16° secolo potrà dire poco, eppure è una delle chiavi di comprensione della psicologia contemporanea russa. Dopo essere stati colonizzati dai mongoli, ed essere rimasti sotto il loro controllo per oltre 300 anni, i russi nutrono tutt’oggi una forte paura di essere invasi e conquistati.

Nonostante la Russia sia uno degli Stati al mondo più difficili da invadere, vista la sua grandezza e la sua morfologia territoriale interna, il popolo russo è estremamente paranoico e timoroso per la sicurezza dei propri confini. Questo può spiegare ad esempio l’antipatia e la repulsione nei confronti della NATO, vista come una fonte di minaccia.

La particolare attenzione di Putin per le alleanze con i paesi più limitrofi ai confini russi e l’atteggiamento aggressivo nei confronti di tutto ciò che rappresenta una minaccia per l’indipendenza e la stabilità interna dimostrano la forte diffidenza russa nei confronti di tutto ciò che è "estraneo".

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