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Terapia intensiva aperta ai familiari: arriva il Ddl Antezza

venerdì 14 luglio 2017, di Vittorio Proietti

Il Ddl Antezza apre la terapia intensiva ai familiari dei pazienti: saranno costruiti nuovi reparti in grado di ottemperare a questo obiettivo del Ministero della Salute, inserito peraltro nel Piano Sanitario Nazionale. Il SSN vedrà un ammodernamento dei propri reparti, nonché nuovi percorsi formativi per il personale della Sanità.

La terapia intensiva dovrà infatti cambiare procedure e modalità di organizzazione, in quanto il divieto imposto finora era comunque dovuto al rischio per i pazienti, oltre che all’eventualità di creare disagi a medici, infermieri e personale impegnato.

Il modello assistenziale così riformato regolamenterà gli orari di visita da parte dei familiari, che saranno comunque non inferiori a 12 ore al giorno per gli adulti e 24 ore per i minori. Molte sono le novità apportate in Sanità negli ultimi mesi, ma questa è sicuramente la più tesa all’umanizzazione dei servizi del SSN.

Terapia intensiva aperta: caratteristiche e linee guida

La terapia intensiva aperta proposta dal Ddl Antezza regolamenterà innanzitutto gli orari di visita dei pazienti, garantendo un accesso misurato per adulti e minori. Ciò che più influenzerà il personale del SSN sarà però la definizione dei tempi e delle modalità di comunicazione con i familiari.

Malgrado il codice deontologico degli infermieri affidi a questi professionisti sanitari il compito di mediare tra medici ed équipe curante il compito di fare da mediatori, le nuove linee guida sulla terapia intensiva tenderanno ad una maggiore condivisione di terapie e diagnosi con i familiari.

In aggiunta a infermieri e medici saranno previste anche figure nuove: il riordino delle professioni sanitarie ha infatti previsto l’inserimento degli psicologi nei reparti del SSN. I nuovi reparti di terapia intensiva aperta saranno arricchiti di queste nuove figure, data la necessità di un supporto in determinate situazioni.

Il Ddl Antezza prede anche nuovi percorsi formativi per medici e infermieri dei reparti di terapia intensiva, al fine di acquisire e perfezionare competenze necessarie soprattutto alla comunicazione con i pazienti, troppo spesso assente o estremamente trascurata nella nostra Sanità (Art. 3).

Tutto dipende dalle risorse del SSN

I reparti di terapia intensiva aperta saranno possibili solo se il finanziamento statale per il SSN sarà sufficiente. Tuttavia, come riporta anche il testo del Ddl Antezza, la necessità etica di aprire il reparto di terapia intensiva ai famigliari dei pazienti deve diventare un obiettivo della nostra Sanità.

L’umanità dei trattamenti del SSN deve essere incentivata e vi sono moltissimi studi a favore di questa novità, soprattutto per quanto riguarda i bambini ricoverati nei reparti di terapia intensiva e impossibilitati a vedere i propri genitori.

Secondo gli studi presentati nel Ddl, che aggiungiamo in allegato per completezza, la presenza dei familiari nella terapia intensiva è benefica sui pazienti, non causa nessun aumento di infezioni e soprattutto riduce enormemente il livello di stress.

A questo punto non ci resta che attendere i primi reparti di terapia intensiva aperta.

Ddl Antezza Terapia intensiva aperta
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