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Sondaggio sulla fiducia nei leader: Minniti supera Renzi, nuovo dualismo nel PD?

giovedì 7 settembre 2017, di Alessandro Cipolla

Marco Minniti come nuovo antagonista di Matteo Renzi all’interno del Partito Democratico? In teoria tra i due i rapporti sono più che buoni, ma la crescita di popolarità da parte del ministro dell’Interno potrebbe non fare molto piacere all’ex premier.

Questo sentore che aleggia da diverse settimane ha trovato poi conferma in un sondaggio condotto dall’istituto Ipr Marketing per Il Giorno, dove si evince come Minniti al momento goda di maggiore popolarità rispetto a Renzi.

Un boom di consensi questi per il ministro dell’interno dovuto soprattutto alla questioni migranti, nonostante che le recenti indiscrezioni riguardo un accordo in Libia con i trafficanti abbiano gettato più di un’ombra sulle modalità con le quali si sta cercando di porre rimedio all’emergenza.

Naturalmente per il Partito Democratico è Matteo Renzi il candidato premier da presentare alle prossime elezioni, ma il nome di Marco Minniti a questo punto potrebbe tornare d’attualità in caso di pareggio elettorale e di nascita di un governo dalle larghe intese.

Un sondaggio premia Minniti

Con l’estate ormai alle spalle ci si appresta a entrare nel vivo di una lunga stagione politica che ci porterà fino alle elezioni politiche. Da qui fino ad aprile 2018, quando con ogni probabilità si tornerà alle urne, l’Italia vivrà in una sorta di costante e infinita campagna elettorale.

Le elezioni regionali in Sicilia agli inizi di novembre saranno l’ultimo test elettorale a carattere locale prima delle elezioni politiche. Oltre al voto nell’isola, l’approvazione entro la fine dell’anno della legge Finanziaria sarà un altro momento fondamentale per i vari partiti.

Tra le tre maggiori forze politiche in campo ovvero Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e il centrodestra unito, quello che sembrerebbe passare il periodo peggiore è proprio il partito di Matteo Renzi.

In Sicilia i dem hanno stretto un accordo con i centristi di Alfano, intesa questa che con ogni probabilità sarà estesa anche in ottica nazionale visto che al momento Alternativa Popolare, secondo gli ultimi sondaggi politici, sarebbe sotto la soglia di sbarramento. Per non rimanere fuori dal prossimo Parlamento, Alfano così potrebbe decidere di accasarsi sotto il tetto del PD.

L’accordo con i centristi però ha chiuso in maniera definitiva ogni speranza di unione da parte del centrosinistra, con Bersani e gli altri che a questo punto andranno per la loro strada. Contro un populismo che prende sempre più piede, Renzi avrà bisogno di una campagna elettorale in grande stile per poter risalire la china.

La lontananza però dai riflettori principali della scena politica italiana sta però mettendo in secondo piano la figura dell’ex premier. Emblematico a riguardo è l’esito di un sondaggio sulla fiducia nei vari leader.

L’istituto Ipr Marketing in questi giorni ha condotto, per conto del quotidiano Il Giorno, un’indagine a riguardo dove emergerebbe come Marco Minniti goda di molta più fiducia rispetto a un Matteo Renzi sorpassato in questa speciale classifica anche da Paolo Gentiloni.

  • Marco Minniti - 37%
  • Paolo Gentiloni - 34%
  • Matteo Renzi - 28%

Il segretario dem quindi secondo il sondaggio sarebbe dietro come popolarità rispetto al ministro dell’Interno e all’attuale premier. Anche se non dovrebbe contare nulla nei rapporti di forza all’interno del partito, questo possibile dualismo apre anche altri scenari riguardanti le prossime elezioni.

I rischi per Renzi

La scorsa primavera, dopo le turbolenze dovute all’esito del Referendum e alla scissione in seno al PD, Matteo Renzi con una maggioranza bulgara ha vinto le primarie del suo partito ed è stato di nuovo eletto segretario dal popolo dem.

Alla luce di questa netta investitura, è chiaro che non ci saranno bisogno di nuove primarie per indicare quale sarà il candidato premier del Partito Democratico. Da questo punto di vista, dubbi non sembrerebbero esserci.

Matteo Renzi quindi guiderà il Partito Democratico e chi deciderà di unirsi alle prossime elezioni, l’interrogativo però che appare una sciarada è quello riguardante l’esito del voto nella prossima primavera.

L’ipotesi di un pareggio elettorale è infatti al momento l’esito più probabile. Se così fosse, tutti i candidati premier delle varie forze politiche sarebbero in qualche modo bruciati, con il paese che si troverebbe di fronte a due ipotesi.

La prima sarebbe quella di un governo tecnico, tipo quello di Monti che guidò il paese dalla fine del 2011 fino alle elezioni del 2013. La seconda invece sarebbe quella delle larghe intese e in questo caso il nome di Marco Minniti, ma anche quello del premier Gentiloni, potrebbe essere in pole position.

In questi mesi al Viminale, Minniti si è guadagnato oltre che la fiducia degli italiani anche le simpatie di buona parte delle Istituzioni e pure un certo gradimento da ambienti più centristi e di destra.

Se si dovesse costruire quindi un governo trasversale, il ministro dell’Interno potrebbe essere la figura capace di mettere tutti d’accordo, anche per dare una sorta di continuità all’impegno sul fronte dei migranti intrapreso insieme all’Europa.

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