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Immigrazione, l’Italia ha fatto un accordo con i trafficanti per fermare gli sbarchi dalla Libia?
giovedì 31 agosto 2017, di
Cosa c’è dietro la recente drastica diminuzione degli arrivi dalla Libia? Mentre il ministro dell’Interno Marco Minniti parla di un’Italia che ha corso il pericolo di avere problemi per “la tenuta democratica del paese” a causa dei migranti, due inchieste giornalistiche raccontano una storia dai contorni poco chiari.
Per prima è stata l’agenzia Reuters che ha raccolto in Libia diverse testimonianze che parlano, nell’ultimo periodo, di una banda di mercenari che impediscono la partenza dei viaggi della speranza alla volta dell’Italia.
L’Associated press poi ha compiuto un reportage dove emergerebbe che funzionari italiani avrebbero stretto accordi con due milizie, note anche per essere bande che si occupano di traffico di vite umane, nella zona di Sabrata sempre per bloccare gli sbarchi.
Due inchieste queste che gettano più di un’ombra su cosa stia succedendo effettivamente in questo momento in Libia, con la Farnesina che comunque ha subito smentito il tutto “il governo italiano non tratta con i trafficanti”.
Cosa succede in Libia?
Se prima erano dei rumors, adesso invece le voci che parlano di accordi tra funzionari italiani e milizie per impedire le partenze dei migranti dalla Libia prendono sempre più consistenza.
Bisogna però premettere che la Farnesina ha subito smentito ogni possibile trattativa compiuta tra l’Italia e i trafficanti, ma le inchieste giornalistiche compiute dalle due autorevoli agenzie racconterebbero un’altra storia.
Al centro di tutto c’è Sabrata, cittadina costiera tra Tripoli e il confine con la Tunisia che è controllata dal governo di Sarraj riconosciuto dall’Onu, da sempre indicata come uno dei principali punti di partenza dei viaggi della speranza.
L’agenzia di stampa britannica Reuters per prima aveva raccolto una serie di testimonianze che parlavano della presenza di un gruppo di mercenari, che con la loro azione impedivano che i migranti potessero tentare di attraversare il Mediterraneo.
Le fonti riferivano di un centinaio di persone armate che pattugliavano le coste di Sabrata, parlando a riguardo di un gruppo chiamato Brigata 48 al cui comando ci sarebbe un ex boss legato alla criminalità organizzata nostrana.
L’inchiesta dell’Associated press invece va oltre. L’agenzia di stampa americana, la prima ad essere fondata nel lontano 1846, riferisce infatti di accordi presi tra funzionari italiani e due milizie di Sabrata famose, secondo cinque testimonianze raccolte, per essere due tra i più importanti gruppi che gestiscono il traffico dei migranti.
In cambio di equipaggiamenti e stipendi il gruppo Al-Ammu, che conterebbe fino 500 uomini e che farebbe capo al ministero della Difesa, assieme alla già citata Brigata 48, che invece sarebbe riconducibile al ministero dell’Interno, starebbe impedendo la partenza dei migranti.
Tutto questo sarebbe stato raccontato da Bashir Ibrahim, portavoce di Al-Ammu che racconta come “un mese fa le due forze hanno raggiunto un accordo ‘verbale’ con il governo italiano e quello di Sarraj per combattere il traffico”.
Il governo libico non avrebbe confermato questo accordo, ma l’Associated press parla come “l’integrazione ufficiale delle due milizie nelle forze di sicurezza di Sarraj permetterebbe all’Italia di lavorare direttamente con queste forze perché non sarebbero più considerate milizie o trafficanti ma parte del governo riconosciuto”.
In pratica secondo l’agenzia di stampa il governo di Tripoli avrebbe inglobato le due milizie all’interno della propria forza di sicurezza, permettendo così all’Italia di poter stringere accordi con loro visto che adesso non sarebbero più dei trafficanti ma parte delle forze militari libiche.
Lo scenario ipotizzato quindi dall’inchiesta sarebbe quello di una tregua: finché questi due gruppi verranno sostenuti allora la loro opera nel bloccare le partenze continuerà, altrimenti tutto tornerà come prima.
Il calo degli sbarchi
A fine giugno la questione dei migranti stava diventando un problema molto serio per l’Italia. Gli arrivi record infatti stavano per far collassare il nostro sistema di accoglienza, arrivato quasi al limite della propria sopportazione.
Con Bruxelles che confermava la propria intenzione di non muovere un dito a riguardo, ecco che il ministro Minniti decide che l’Italia deve agire per conto proprio per cercare almeno di mettere un freno agli sbarchi.
Magari non era a rischio la tenuta democratica del paese come detto da Minniti ma la situazione era di certo molto delicata. Oltre al codice per le navi delle Ong, ecco quindi che il Viminale stringe accordi con il governo di Sarraj.
L’aumento dell’impegno da parte della Guardia costiera libica e la maggiore collaborazione con quella nostrana danno subito i suoi frutti: 11.459 migranti arrivati in Italia a luglio 2017 contro i 23.552 sbarcati nello stesso periodo del 2016, mentre ad agosto va ancora meglio visto i 2.936 arrivi in confronto ai 21.294 dello scorso anno.
Un miglioramento questo che è stato preso come esempio da seguire negli accordi di Parigi sul tema dell’immigrazione, dove l’Europa e i paesi africani interessati si sono impegnati nel cercare di identificare i migranti prima che possano tentare di attraversare il Mediterraneo.
Le due inchieste però ci raccontano una verità diversa. Il merito del calo degli arrivi non sarebbe solo della Guardia costiera, ma il grosso del lavoro verrebbe svolto da alcune milizie armate operanti a Sabrata.
L’Italia nega ogni possibile coinvolgimento, ma forse quando il Parlamento riaprirà i battenti sarebbe meglio fugare ogni dubbio circa i presunti rapporti con i trafficanti e spiegare, in maniera dettagliata, cosa si sta facendo in Libia per contenere il fenomeno migratorio.