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Troppo personale per la scuola dell’infanzia, poco per i nidi: ecco la “soluzione rivoluzionaria”

lunedì 10 luglio 2017, di Simone Micocci

Scuola dell’infanzia, in futuro possibile calo di circa 125.000 iscrizioni: è questa la “drammatica” previsione fatta dall’Istituto degli Innocenti di Firenze, il quale ha pubblicato un report sul futuro delle scuole materne e degli asili nido.

Il motivo di questo drastico calo è imputabile al decremento della natalità: lo scorso anno, ad esempio, il nostro Paese ha toccato il minimo storico di 474mila nati, a fronte di 608mila decessi. In Italia si fanno sempre meno figli ed è per questo che i posti attualmente disponibili per le scuole dell’infanzia in futuro potrebbero essere troppi.

La previsione è di 125mila posti vuoti e di conseguenza bisognerà rivedere anche la distribuzione del personale.

Sì perché mentre le scuole dell’infanzia cominciano a svuotarsi progressivamente, agli asili nido continuano a mancare i posti necessari - vista la carenza di personale - per soddisfare tutte le richieste di iscrizione.

Ed è per questo motivo che Aldo Fortunati - Direttore dell’Area Educativa (Servizi educativi per l’infanzia) dell’Istituto degli Innocenti di Firenze - ha effettuato una proposta piuttosto rivoluzionaria ma che risolverebbe lo squilibrio che c’è tra il personale in attività nelle scuole dell’infanzia e negli asili nido.

Una proposta che come vedremo di seguito è però di difficile realizzazione, specialmente adesso che con l’introduzione del sistema integrato 0-6 sono state introdotte delle regole ben definite sui requisiti necessari per insegnare in queste strutture.

Squilibrio scuole dell’infanzia e asili nido: perché non “spostare” il personale?

Con il calo delle iscrizioni nelle scuole dell’infanzia - previsto nel rapporto stilato dall’Istituto Innocenti di Firenze - il numero di insegnanti operanti nelle materne potrebbe essere troppo alto rispetto al fabbisogno.

Cosa ne sarà quindi delle maestre? Aldo Fortunati, esperto di psicologia evolutiva e di educazione infantile per l’Istituto Innocenti, ha avanzato la proposta di dirottare il personale delle scuole dell’infanzia verso i nidi.

In questo modo, oltre ad evitare che le maestre delle materne restino “disoccupate”, verrebbero aumentati i posti disponibili agli asili nido, così da permettere l’iscrizione a tutti coloro che ne fanno richiesta.

Anche dopo l’approvazione del decreto che riforma la scuola dell’infanzia introducendo il sistema integrato 0-6, infatti, l’asilo nido continuerà ad essere un servizio individuale a domanda e di conseguenza non sarà ancora garantito e diffuso come la scuola dell’infanzia.

Il nido sarà sì un servizio educativo - e per questo è stato introdotto l’obbligo di laurea per chi vi lavora - ma il personale al momento non è sufficiente per garantire l’iscrizione a chi lo richiede.

Quindi quella avanzata da Fortunati è una proposta sensata, ma purtroppo di difficile realizzazione; vediamo perché.

Le maestre delle materne non hanno il titolo per insegnare al nido

Come dichiarato dallo stesso Fortunati, questa soluzione “è facile a dirsi ma non a farsi”, specialmente adesso che il sistema integrato ha modificato i titoli necessari per insegnare nelle materne e nei nido.

I nuovi requisiti, validi sia per gli istituti pubblici che per quelli privati, sono i seguenti:

  • laurea triennale in Scienze dell’Educazione nella classe L19 per l’asilo nido;
  • laurea magistrale in Scienze della Formazione per le scuole dell’infanzia.

Il problema è che alle maestre delle scuole dell’infanzia, nonostante siano in possesso di una laurea magistrale, non è concesso automaticamente di insegnare ai nido. La nuova normativa, infatti, stabilisce che gli insegnanti delle materne che intendano “trasferirsi” al nido debbano prima conseguire 60 CFU specializzanti. Per loro è previsto il ritorno all’Università per il superamento di circa 8 esami.

Il dirottamento dalla scuola dell’infanzia al nido quindi non è così semplice come si crede, a meno che non vengano rivisti i requisiti (almeno per le maestre già in possesso di una cattedra di ruolo).

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