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Scuole, allarme amianto: a rischio 350mila studenti e 50mila insegnanti. Allarme del M5S

martedì 28 marzo 2017, di Simone Micocci

È allarme amianto nelle scuole italiane; no purtroppo non si tratta della prima pagina di un giornale degli anni ‘90, ma è quello che emerge dal documentario “Asbeschool” presentato al convegno promosso dal Movimento 5 Stelle durante il quale è stato fatto un bilancio sullo “stato di salute” degli edifici scolastici italiani.

Un report dai risvolti inquietanti; 25 anni dopo la messa a bando dell’amianto, infatti, ci sono ancora 2.400 scuole italiane nelle quali è presente questo materiale tossico per la salute. Secondo l’allarme lanciato dal M5S, ad oggi, sono circa 400mila le persone esposte, 350mila studenti e 50mila insegnanti e personale ATA.

Una situazione che va risolta al più presto visto che la respirazione delle fibra di amianto può portare a tre malattie, tra le quali figura anche il cancro al polmone.

Quel che fa discutere è che a 25 anni dall’approvazione della legge 257/1992 che ha messo al bando l’amianto ci sono diverse misure previste dalla norma che non sono state ancora attuate.

Ogni anno il Governo stanzia dei fondi per colmare i vuoti e risolvere questa situazione, salvo poi reindirizzarli verso interventi “più urgenti”. Ma cosa c’è di più urgente della salute di bambini e insegnanti? I fondi per completare le bonifiche nei 2.400 istituti nei quali è presente ancora l’amianto deve essere una priorità per il Governo.

Eppure nei giorni scorsi la Ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli aveva espresso la propria soddisfazione per quanto fatto dai Governi PD in merito alla “sicurezza, all’innovazione a al controllo delle scuole” per le quali sono state stanziate “cifre mai sentite prima”. Nel triennio 2014/2017 sono stati investiti oltre 7 miliardi di euro, ma vista la situazione in cui ancora oggi si trovano molte scuole italiane ci viene da chiederci come sono stati utilizzate.

Allarme amianto nelle scuole italiane: 400mila persone a rischio

La Fedeli ha assicurato che per la riqualificazione edilizia delle scuole italiane sono stati stanziati 7 miliardi di euro, ma a quanto pare non sono stati sufficienti o, peggio ancora, non sono stati distribuiti nella maniera corretta.

Fatto sta che ad oggi 2.400 scuole italiane presentano ancora l’amianto nei tetti e nei muri e che 350mila studenti e 50mila insegnanti e ATA rischiano di ammalarsi di tumore al polmone; è questo infatti uno degli effetti possibili per chi respira le fibre di amianto.

È inaccettabile leggere ancora oggi di scuole, come quelle di Firenze e Oristano mostrate nel documentario “Asbeschool”, dove il cemento dei muri è stato impastato con l’amianto e i Dirigenti Scolastici sono costretti a prendere delle decisioni drastiche per evitarne la dispersione delle fibre tossiche. Ad esempio, in queste scuole non si possono attaccare quadri ai muri e, addirittura, è vietato correre.

Quello che ancora oggi manca per garantire una giusta prevenzione è il rispetto di alcune norme introdotte con la legge del 1992. Dopo 25 anni, infatti, non è stata effettuata alcuna mappatura degli edifici e non ci sono discariche adatte per lo smaltimento. Tant’è che buona parte del materiale, secondo quanto dichiarato dai 5 stelle, finisce nelle discariche delle ecomafie.

Una situazione che riguarda non solo le scuole ma tanti altri edifici pubblici (in totale gli edifici a rischio sarebbero 53mila); ogni anno secondo le stime del Ministero della Salute sono circa 3.000 le persone che si ammalano di mesotelioma pleurico o tumore al polmone per aver respirato le fibre di amianto; malattie che, purtroppo, non lasciano scampo.

Tutto questo nonostante in Italia ci siano 248 leggi nazionali in materia di amianto, alle quali se ne aggiungono 400 regionali. Probabilmente la colpa è proprio della quantità elevata di norme che genera confusione; ed è per questo che al Senato è in esame il Testo Unico sull’amianto che avrà l’obiettivo di razionalizzare la normativa.

Nel frattempo però bisogna assolutamente risolvere la situazione negli edifici pubblici e nelle scuole; il diritto alla salute, così come quello allo studio, va assolutamente garantito.

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