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Grandi risorse ma popolo poverissimo, tutti i paradossi dell’economia della Corea del Nord
giovedì 24 agosto 2017, di
La Corea del Nord è una nazione ricca ma i suoi abitanti fanno la fame. Tra le tante assurdità che circondano l’operato di Kim Jong-un, ma anche quello di suo padre e di suo nonno, questo aspetto è senza dubbio il più paradossale.
Se come alla fine si è capito la Corea del Nord è diventata una potenza nucleare, circostanza questa di cui si sono convinti anche gli Stati Uniti, questo non toglie che un nordcoreano su quattro soffra la fame.
Eppure il paese potrebbe essere uno dei più ricchi e floridi dal punto di vista economico di tutta l’Asia, visto le ingenti risorse minerarie presenti e la fertilità delle proprie terre.
La colpa di tutto questo naturalmente è riconducibile alle scellerate scelte in fatto di politica estera messe in atto dal regime di Pyongyang. Le ultime sanzioni combinate alla Corea del Nord, alle quali potrebbero aggiungersene altre vista la scoperta di un traffico di armi chimiche verso la Siria, potrebbero dare il colpo di grazia alla già singhiozzante economia del paese.
L’economia della Corea del Nord
Dal dopoguerra in poi la guida politica della Corea del Nord è stato un affare di famiglia. Il primo leader del paese infatti fu Kim II Sung, nonno dell’attuale dittatore, che guidò il paese anche durante la guerra di Corea.
Terminato il conflitto e sancita la divisione definitiva dalla Corea del Sud, Kim II Sung ha governato il paese fino al 1993, anno della sua morte. La strategia economica fu di stampo sovietico e scandita da piani quinquennali.
Quello che ne derivò fu un sostanziale isolamento del paese, dominato da una dittatura che poi con la Riforma Costituzionale del 1970 divenne dinastica e caratterizzata da una società fortemente arretrata e militarizzata.
La morte nel 1993 di Kim II Sung sancì il passaggio di consegne al figlio Kim Jong-il, ma per la Corea del Nord quel periodo fu l’inizio di una tremenda carestia. Le stime ufficiali parlano di 200.000 morti a causa della fame, ma fonti internazionali ipotizzano che i decessi possono essere stati anche più di 2 milioni.
La carestia costrinse Pyongyang a chiedere aiuto alla comunità internazionale, che rispose inviando nel paese ingenti quantità di derrate alimentari. Tutto questo fino al 2006 quando la Corea del Nord smise di accettare gli aiuti.
Morto nel 2011 Kim Jong-il ecco arrivare al potere il giovanissimo Kim Jong-un. Il suo avvento sembrò risollevare l’economia del paese, soprattutto per la ripresa di scambi commerciali con la Cina e con i cugini della Corea del Sud, ma si è trattato di un classico fuoco di paglia.
Kim Jong-un negli anni ha aperto anche a esperienze di società private operanti nell’ambito economico, con la riforma agraria che poi ha ridato impulso anche al settore primario.
Bisogna ricordare che la Corea del Nord è tra i primi dieci produttori al mondo di frutta fresca, e il 15° di mele. L’agricoltura però non è la sola grande risorsa del paese, visto che i possedimenti minerari sono tra i più ingenti al mondo.
Alcune stime fatte da istituti sudcoreani del settore, parlano di una ricchezza mineraria di Pyongyang che oscillerebbe tra i 6.000 miliardi di dollari e i 10.000 miliardi. Tanti infatti sono i giacimenti presenti nel paese.
La Corea del Nord è 22° al mondo per i giacimenti di carbone, il 12° produttore del pianeta di rame e il 15° per quanto riguarda la produzione di fluorite. Inoltre sono presente vaste risorse di oro, piombo, tungsteno, sale, grafite e magnesite.
Se poi ci aggiungiamo anche le bellezze paesaggistiche che potrebbero essere sfruttate per quanto riguarda lo sviluppo di un’economia turistica, si potrebbe dire che la Corea del Nord avrebbe tutte le carte in regole per essere un paese ricco, ma così non è.
Il suicidio economico di Kim Jong-un
Al momento la Corea del Nord è un paese di 24 milioni di abitanti dove circa 6 milioni soffrono la fame. Il PIl pro capite inoltre è stimato in 1.800$, circa un ventesimo di quello invece degli abitanti della Corea del Sud.
Oltre alla grande carestia degli anni ‘90, altre crisi alimentari si sono susseguite poi anche in seguito. Alluvioni e siccità hanno spesso messo in ginocchio l’agricoltura del paese, che soffre pure della mancanza di mezzi moderni per la coltivazione.
Si stima che per sfamare i propri abitanti il paese abbia bisogno di produrre ogni anno 5,5 milioni di tonnellate di riso e cereali. La Corea del Nord però fa registrare annualmente un difetto di circa 1 milione di tonnellate.
Anche il settore estrattivo soffre della mancanza di risorse tecnologiche per aumentare la propria produzione. In più i limiti all’esportazione e le sanzioni imposte dalle Nazioni Unite sono un grande freno allo sviluppo del settore.
Dopo le ultime provocazioni militari, l’Onu infatti all’unanimità ha approvato nuove sanzioni economiche su proposta degli Stati Uniti. Si tratta di provvedimenti che colpiscono le esportazioni di ferro, piombo e di prodotti ittici.
Nel complesso si parla di un danno da 1 miliardo di dollari l’anno per Pyongyang, con le sanzioni che colpiscono dei settori che assieme formano un terzo del volume d’affari del paese.
Altre difficoltà quindi che si vanno ad aggiungere alla già precaria situazione economica del paese. Il comportamento aggressivo dal punto di vista militare di Kim Jong-un appare quindi sempre più inconcepibile.
La corsa all’armamento nucleare, molto costoso anche in termini di spese, oltre alle provocazioni militari come i continui lanci di missili verso le coste del Giappone, non fanno che aumentare l’isolamento del paese e irrigidire ancora di più la comunità internazionale.
Anche Cina e Russia, paesi potenzialmente amici oltre che importanti partner commerciali, poco possono fare di fronte al comportamento militare di Pyongyang, tanto da aver avallato le ultime sanzioni inflitte.
Kim Jong-un quindi è sempre più solo dal punto di vista internazionale così come il suo popolo è sempre più povero nonostante le grandi risorse. Unica consolazione è l’essere diventati una potenza nucleare, anche se le testate atomiche difficilmente potranno sfamare i nordcoreani.