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Rinnovo del contratto, aumenti di 40€: così l’amministrazione oltraggia le Forze Armate
martedì 16 gennaio 2018, di
Il rinnovo del contratto delle Forze Armate vive una fase di riflessione: le rappresentanze sindacali e l’Aran si sono dati appuntamento per mercoledì 17 gennaio, quando proveranno a raggiungere un accordo.
Non sarà facile arrivare ad un accordo condiviso visto quanto successo la scorsa settimana, quando i sindacati hanno fatto saltare il tavolo delle trattative a causa della poca chiarezza sulla parte economica del nuovo contratto, ma non solo.
Come riferito dai principali sindacati delle Forze di Polizia, dei militari e dei Carabinieri, infatti, è stata respinta anche la proposta del sottosegretario al Ministero della Pubblica Amministrazione - Angelo Rughetti - di firmare subito l’accordo per la parte economica rinunciando - o rinviando ad un secondo momento - quella normativa.
I sindacati hanno respinto questa proposta, visto che dopo 8 anni in cui il contratto è stato bloccato - e quindi i dipendenti del pubblico impiego non percepiscono un aumento - non si può firmare un accordo incompleto per la troppa fretta da parte dell’amministrazione.
Questa è un’occasione che i sindacati delle Forze Armate e di Polizia non possono perdere: bisogna dare ai comparti Sicurezza e Difesa quanto è loro di diritto, sia per quanto riguarda il lato economico che quello normativo. Non si può buttare all’aria una tale occasione, firmando un accordo dove non c’è chiarezza neppure sulle risorse che saranno destinate agli aumenti di stipendio per le Forze Armate e di Polizia.
Secondo i sindacati che hanno fatto saltare l’accordo per il rinnovo del contratto, infatti, gli importi dell’aumento di stipendio riconosciuto alle Forze dell’Ordine sono più basse di quelle anticipate la scorsa settimana da Il Messaggero.
Secondo le indiscrezioni del quotidiano romano l’aumento di stipendio sarebbe di circa 100€ medi e lordi, mentre per i sindacati con le risorse attualmente a disposizione la cifra sarà più bassa.
Perché i sindacati hanno fatto saltare l’accordo
Secondo alcuni sindacati della Polizia di Stato - UGL FSP, Coisp e Consap - la proposta dell’amministrazione di procedere immediatamente con il rinnovo del contratto per la sola parte economica rappresenta un vero e proprio “oltraggio per la dignità delle Forze Armate”.
Secondo questi sindacati l’attuale Governo sta assoggettando il rinnovo del contratto a finalità propagandistiche pre-elettorali; per loro questa è l’unica spiegazione possibile alla richiesta di rinviare la contrattazione sulla parte normativa.
A quanto pare l’attuale esecutivo preferisce che il rinnovo contrattuale per la parte normativa venga affrontato dal prossimo Governo, così da non macchiarsi di eventuali “peccati” che avrebbero ripercussioni nelle elezioni politiche del 4 marzo.
La maggior parte delle risorse disponibili infatti sono assorbite dalla parte economica, mentre per quella normativa avanzeranno pochi milioni di euro. Troppo pochi per assecondare le richieste dei sindacati; l’amministrazione ne è consapevole, per questo preferisce rinviare il discorso al post elezioni.
L’aumento di stipendio secondo i calcoli dei sindacati
Senza contare che la parte economica sulla quale i sindacati avrebbero dovuto porre la firma prevede risorse del tutto inadeguate. Contando quanto stanziato con la Legge di Bilancio 2018 - “una vera e propria elemosina di Stato per gli uomini e le donne in divisa” - con il rinnovo di contratto un Ispettore Capo della Polizia di Stato riceverebbe circa 42€ netti in più ogni mese, una cifra che non riconosce le responsabilità ed i sacrifici a cui questi sono chiamati ogni giorno. Per non parlare dei ruoli inferiori che dovrebbero ricevere ancora meno.
Per gli arretrati degli ultimi due anni, invece, è previsto un aumento di circa 8€ netti mensili.
Ancora peggio è andata alla previdenza complementare, per la quale non sono state stanziate risorse, così come per le indennità operative che non vengono aggiornate dal lontano 1992. Con le risorse attualmente a disposizione non c’è neppure la possibilità di rivedere gli importi degli straordinari fermi ad oggi a circa 7,00€ l’ora.
Secondo i suddetti sindacati l’accordo proposto dall’amministrazione, e rigorosamente respinto, prevedeva un aumento per le Forze dell’Ordine pari al 3,48% della loro retribuzione. Un importo che può essere definito un “oltraggio” alle Forze dell’Ordine; basti pensare che recentemente ai detenuti italiani è stato riconosciuto un aumento di stipendio pari all’83%.
Perché anziché arrivare a questa situazione i sindacati delle Forze Armate non sono stati ascoltati prima dell’approvazione della Legge di Bilancio? Perché dopo anni di blocco contrattuale l’amministrazione rinvia ancora la discussione su temi normativi fondamentali, come il riconoscimento del diritto di sciopero per gli operatori del comparto difesa e sicurezza? Domande alle quali i sindacati delle Forze Armate e di Polizia si aspettano una risposta concreta nel prossimo incontro in programma per mercoledì 17 gennaio.
Senza una bozza chiara contenente una tabella che mostri concretamente gli importi dell’aumento di stipendio non ci sarà alcuna firma sul rinnovo del contratto.