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Riforma pensioni, Quota 100: INPS contro la proposta del governo Lega e M5S
sabato 7 luglio 2018, di
La riforma delle pensioni Quota 100 proposta dal Governo M5S-Lega porterà all’aumento del numero di pensionati e a meno lavoratori.
Con la novità proposta dal Governo Lega e M5S si tornerebbe alle pensioni di anzianità. Quota 100 significa che per andare in pensione è necessario che la somma dell’età anagrafica e degli anni di contributi versati sia pari almeno a 100.
In base alle ultime notizie non è chiaro se vi saranno o meno dei vincoli per accedere alla pensione con la Quota 100: negli ultimi tempi si parla dell’ipotesi svantaggiosa che per accedere a questo strumento saranno necessari almeno 64 anni di età (con 36 di contributi).
È questo uno dei motivi per i quali la riforma delle pensioni potrebbe non funzionare; critiche che si uniscono al monito del Presidente Inps Boeri.
Riforma pensioni, Quota 100: le stime e il no di Boeri
“Ripristinare le pensioni di anzianità significa ridurre il reddito netto dei lavoratori” ha dichiarato il presidente dell’INPS Tito Boeri alla presentazione della relazione annuale dell’istituto di Previdenza, proseguendo:
“Oggi abbiamo circa due pensionati ogni tre lavoratori. Secondo le previsioni del Fondo Monetario Internazionale a partire dal 2045 avremmo addirittura un solo lavoratore per pensionato. Se dovessimo oggi abbassare l’età di pensionamento con prestazioni che hanno ancora una forte componente retributiva condanneremmo i lavoratori a destinare fino a 2/3 del proprio salario al pagamento delle pensioni. Ad esempio ripristinando le pensioni di anzianità con quota 100 (o 41 anni di contributi) si avrebbero subito circa 750mila nuovi pensionati in più che diverrebbero un milione nel giro di pochi anni.”
Facendo i conti, Boeri ha annunciato gli alti costi per superare la legge Fornero con la contro riforma Quota 100: 8 miliardi di euro solo per cominciare, spesa destinata ad aumentare considerando il fattore dei 41 anni di contributi indipendentemente dall’età, cui inoltre si aggiungerebbero gli oneri, ribaditi ieri dal vicepremier e Ministro del Lavoro Luigi Di Maio, per elevare le pensioni minime a 780 euro.
Boeri sottolinea che in un Paese come l’Italia dove serve più occupazione e dove la domanda di lavoro da parte degli immigrati è forte (perché sono tanti i lavori che gli italiani non vogliono più fare) Quota 100 rema contro questa necessità facendo non solo aumentare il numero dei pensionati ma, di conseguenza, riducendo quello dei lavoratori.
Boeri contro la riforma pensioni: le reazioni di Salvini, Di Maio e Cgil
Il vicepremier e Ministro dell’Interno Matteo Salvini ha criticato duramente, con un post su Facebook, quanto detto da Boeri incolpandolo di fare politica e di volere più immigrati per pagare le pensioni.
È dura anche la reazione del segretario confederale della CGIL, Roberto Ghiselli, che accusa Boeri di “interpretare altri ruoli” anziché attenersi ad una relazione dell’attività dell’INPS.
Ghiselli denuncia inoltre poca chiarezza circa i dati e le stime citati dal presidente, alcuni dei quali decisamente inattendibili secondo il sindacato che da parte sua domanda perché non sia possibile accedere alle banche dati dell’Inps.
Più diplomatica la reazione del leader del Movimento 5 Stelle che fa un passo indietro dichiarando la sua fiducia nel presidente dell’Inps fino a fine mandato, nel febbraio 2019.