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Riforma pensioni: novità sui 67 anni, il governo ora è pronto a trattare
martedì 10 ottobre 2017, di
Riforma pensioni: si riapre uno spiraglio per lo stop all’aumento dell’età pensionabile a 67 anni a partire dal 2019, con il governo che potrebbe essere pronto anche a una parziale marcia indietro di fronte alle pressioni dei sindacati.
Il 14 ottobre infatti è prevista una grande manifestazione di piazza per chiedere all’esecutivo di inserire nella riforma delle pensioni, che sarà inglobata all’interno della legge di Bilancio, tutte le proposte avanzate dai sindacati.
Se da una parte il governo è disposto ad accogliere gran parte delle richieste in merito alla riforma delle pensioni, per il blocco dell’aumento dell’età pensionabile invece finora è sempre stato dato parere negativo, visto il grande impatto che questa decisione avrebbe sui conti pubblici.
Considerando però il delicato momento politico con l’aria di campagna elettorale che si respira sempre più nel paese, la maggioranza sembrerebbe nelle ultime ore essere tentata di provare perlomeno a rimandare la decisione sull’innalzamento, anche se si parla anche di altre ipotesi come quella di un aumento più contenuto dell’età pensionabile.
Riforma pensioni: riparte la trattativa
Se per quanto riguarda la proroga dell’Ape Social e le misure in favore dei giovani tra governo e sindacati sembrerebbe esserci piena sintonia, sul tema dell’aumento dell’età pensionabile le parti sono molto distanti.
Se però fino a qualche giorno fa ognuno sembrava essere ben fermo sulle proprie posizioni, adesso dal fronte governativo inizierebbe a trapelare una disponibilità perlomeno a discutere sul tema.
Con le elezioni che si avvicinano il tema della riforma delle pensioni è sicuramente tra i più delicati. I partiti di maggioranza quindi starebbero studiando delle soluzioni che permetterebbero almeno di placare i bollenti animi dei sindacati.
La prima ipotesi è quella di rinviare ogni decisione alla prossima tarda primavera, con il governo che così guadagnerebbe del tempo prezioso con la palla che poi passerebbe al prossimo esecutivo.
Il problema però è che l’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni a partire dal 2019 è previsto per legge, quindi il governo dovrebbe accelerare i tempi e presentare un emendamento a riguardo entro il 30 novembre, altrimenti l’aumento previsto dalla riforma Fornero non sarà più stoppabile.
Quindi non è da escludere che nella riforma delle pensioni possa essere inserito un emendamento che vada a sospendere l’innalzamento, rimandando quindi di diversi mesi ogni decisione a riguardo.
Altra ipotesi poi è quella di dare il via libera all’aumento ma in una misura più soft, con l’età pensionabile che nel 2019 invece che passare da 66 anni e 7 mesi a 67 anni, si potrebbe innalzare soltanto fino ai 66 anni e 10 mesi.
Di fronte a queste paventate concessioni da parte del governo bisogna vedere come reagiranno i sindacati, che al momento confermano il loro stato di agitazione, ma anche Palazzo Tesoro potrebbe mettersi di traverso bloccando ogni trattativa.
Il problema dei conti pubblici
Vista la linea dura intrapresa dai sindacati e la campagna elettorale che si avvicina, chi gestisce i conti pubblici del nostro paese ha iniziato a temere che il governo potesse avallare la decisione di stoppare l’innalzamento dell’età pensionabile.
Ecco quindi che nei scorsi giorni la Corte dei Conti, Bankitalia, l’Inps ma anche Confindustria, tutti in coro hanno ribadito come un blocco dei 67 anni sarebbe una decisione scellerata e che andrebbe a esporre l’Italia a seri rischi di tenuta finanziaria.
Tutto questo senza dimenticare sempre l’occhio vigile di Bruxelles, che difficilmente potrebbe tollerare uno stop che produrrebbe in maniera inevitabile un ulteriore deficit nei conti del nostro paese.
La pressione dei sindacati però è tanta e la partita politica che si giocherà alle prossime elezioni è più delicata che mai. Ecco dunque che la decisione di un rinvio potrebbe essere la soluzione migliore.
Il ministro Pier Carlo Padoan vorrebbe evitare ogni discussione sul merito ma alla fine la decisione toccherà ai partiti. Per la riforma delle pensioni quindi saranno altri giorni di serrate trattative a distanza, con l’aumento dell’età pensionabile che rimane sempre il tema più caldo ma ora tutte le parti sembrerebbero essere più fiduciose per giungere perlomeno a una tregua.