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Ricorso del Pd: ecco cosa ha deciso la Consulta

giovedì 10 gennaio 2019, di Ludovica Ranaldi

A fine dicembre la Consulta aveva ricevuto un ricorso del Pd in merito ad alcuni fatti gravi con protagonista la manovra economica 2019.

È stato presentato da 37 senatori che mettevano, tra l’altro, in evidenza il conflitto tra poteri durante l’approvazione della legge di bilancio.

Dopo un’attenta valutazione, ecco cosa ha deciso la Corte Costituzionale sulla vicenda.

Ricorso del pd: l’esito

Agli sgoccioli della fine di dicembre 2018, proprio durante l’approvazione della legge di bilancio 2019 in Parlamento, 37 senatori del partito democratico hanno presentato un ricorso alla consulta, in quanto non approvano le modalità e i tempi con cui è stata decretata la manovra economica del nuovo anno, ma anche per via di conflitti di potere.

In particolare il ricorso asseriva che:

la grave compressione dei tempi di discussione del disegno di legge, che avrebbe svuotato di significato l’esame della Commissione Bilancio e impedito ai singoli senatori di partecipare consapevolmente alla discussione e alla votazione

Alla luce dei fatti per la Corte Costituzionale è inammissibile il ricorso, in quanto la vicenda non presenta quegli elementi di gravità tali da dover attuare un intervento. Quindi la Consulta ha deciso di respingere la richiesta del pd.

Si è giunti a tale esito solo dopo aver analizzato i fatti procedendo per gradi. Infatti la Corte ha prima stabilito se ci fosse o meno un conflitto tra i poteri dello Stato, ammettendo che lo sono solo i singoli parlamentari:

i singoli parlamentari sono legittimati a sollevare conflitto di attribuzioni davanti alla Corte Costituzionale in caso di violazioni gravi e manifeste delle prerogative che la Costituzione attribuisce loro

Poi si è spostata sulle tempistiche e sulle modalità con cui è stata approvata la manovra, sostenendo che il tutto si è svolto in un contesto in cui non era possibile fare altro:

La contrazione dei lavori per l’approvazione del bilancio 2019 è stata determinata da un insieme di fattori derivanti sia da specifiche esigenze di contesto, sia da consolidate prassi parlamentari ultradecennali, sia da nuove regole procedimentali [...] hanno concorso a un’anomala accelerazione dei lavori del Senato, anche per rispettare le scadenze di fine anno imposte dalla Costituzione e dalle relative norme di attuazione, oltre che dai vincoli europei

Ecco quindi che la Consulta ha deciso di respingere il ricorso del Pd, ritenendo tutto nella norma data l’eccezionalità del caso. Tuttavia annuncia che non dovranno più ripetersi simili modalità di approvazione per le leggi future, le quali rischieranno in questo modo di non superare il vaglio di costituzionalità.

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