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Pensione anticipata 2017, assegno pieno con l’accordo del datore di lavoro. Ecco le novità

lunedì 6 marzo 2017, di Francesco Scarpari

Pensione anticipata 2017, le ultime notizie riguardano la possibilità di ottenere l’assegno pieno anche presentando domanda di Ape. A pagare l’importo dell’anticipo sarà, però, il datore di lavoro.

È questa la promessa dell’Ape aziendale, una delle novità e delle tipologie di anticipo pensionistico introdotte dalla Legge di Bilancio 2017. Forse la meno conosciuta rispetto alle “sorelle”, l’Ape volontaria e sociale, che entrerà in vigore dal 1° maggio 2017.

Con l’anticipo pensionistico aziendale sarà infatti data la possibilità di far pagare al datore di lavoro una parte o tutta la quota per l’uscita anticipata e i lavoratori potranno andare in pensione anticipata senza penalizzazioni.

La novità, pensata per incentivare l’assunzione dei più giovani e per favorire quindi il ricambio generazionale all’interno delle imprese del settore privato, è una delle opzioni per i lavoratori che vorranno andare in pensione anticipata nel 2017.

Ecco tutte le ultime notizie: come funziona l’Ape aziendale, la pensione anticipata pagata dai datori di lavoro.

Pensione anticipata 2017: le ultime notizie sull’Ape aziendale

La possibilità di andare in pensione anticipata con assegno pensionistico pieno è una delle novità incluse all’interno della Legge di Bilancio 2017 (art. 172). A permetterlo sarà la cosiddetta Ape aziendale, l’anticipo pensionistico che in alcuni casi permetterà, ai soli dipendenti del settore privato, di poter uscire dal mondo del lavoro senza riduzioni sui compensi pensionistici. Sarà però indispensabile un accordo con il datore di lavoro.

I requisiti sono gli stessi di ogni anticipo pensionistico, ovvero si potrà andare in pensione anticipata con l’Ape nel rispetto dei seguenti criteri:

  • aver raggiunto almeno i 63 anni di età,
  • aver maturato almeno 20 anni di contributi,
  • essere ad almeno 3 anni e 7 mesi dal pensionamento regolare.

In aggiunta a questi si dovrà inoltre, come già accennato, essere impegnati nel settore privato. I dipendenti delle pubbliche amministrazioni saranno quindi esclusi dalla possibilità di andare in pensione anticipata nel 2017 con l’Ape aziendale.

Assegno pieno pensione anticipata 2017: ecco come funziona l’Ape aziendale

Percepire l’assegno pieno sarà quindi possibile anche in caso di domanda di pensione anticipata. L’Ape aziendale prevede però un accordo tra lavoratore e datore di lavoro: l’intesa dovrà determinare quanto verrà versato dall’impresa per sostenere l’uscita anticipata dell’attuale lavoratore.

La somma di anticipo pensionistico può essere varia ma la legislazione ha fissato una quota minima che varia a seconda della durata temporale di pensione anticipata che in ogni caso potrà variare da un minimo di 6 mesi ad un massimo di 3 anni e 7 mesi. Per l’eventuale quota restante che dovrà essere recuperata per ripagare l’uscita anticipata la procedura sarà uguale a quella dell’Ape volontaria: sarà quindi il pensionato a ripagarla nell’arco di massimo 20 anni.

Il datore di lavoro sarà tenuto a versare un contributo che andrà ad aumentare il montante contributivo del dipendente. Ciò permetterà di aver diritto ad un assegno pensionistico maggiore anche in caso di uscita anticipata.

La novità è che, in questo caso, il versamento all’INPS da parte dell’impresa dovrà essere eseguito entro l’erogazione del primo assegno di pensione anticipata. In caso di mancato versamento sono previste sanzioni per l’ex-datore di lavoro inadempiente.

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