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Riforma pensioni 2017: Ape aziendale, pensione anticipata finanziata dalle imprese. Chi ne ha diritto?
sabato 11 febbraio 2017, di
Riforma pensioni 2017: cos’è l’Ape aziendale, la pensione anticipata finanziata dalle imprese e chi può richiederla?
La pensione anticipata 2017 è la grande novità introdotta dalla riforma pensioni 2017 e a partire dal mese di maggio 2017 sarà dato avvio alla fase di presentazione delle domande per richiedere l’Ape, ovvero l’anticipo pensionistico.
Negli ultimi giorni abbiamo affrontato più volte il tema e le ultime notizie pensione anticipata 2017, soffermandoci però soltanto su Ape volontaria e sull’Ape sociale, ovvero la pensione anticipata totalmente a carico dello Stato erogata nel rispetto di determinati requisiti.
La vera novità e una delle notizie sulla riforma pensioni 2017 alla quale fino ad oggi abbiamo dedicato poco spazio riguarda l’Ape aziendale. Di cosa si tratta e come funziona la pensione anticipata finanziata dalle imprese?
L’Ape aziendale, lo specifichiamo fin da subito, permetterà di far pagare il costo della pensione anticipata dall’azienda che, dal canto suo, potrà beneficiare di incentivi fiscali nel caso in cui contribuisca ad agevolare i lavoratori ad andare in pensione anticipata con le ultime novità introdotte dalla riforma pensioni 2017 e contribuire, di riflesso, alla crescita dell’occupazione giovanile.
Non tutti i lavoratori potranno, però, beneficiare dell’Ape aziendale; di seguito una guida dettagliata alle ultime novità, chi può accedervi, regole e requisiti per la pensione anticipata 2017 finanziata dalle aziende.
Riforma pensioni 2017: Ape aziendale, pensione anticipata finanziata dalle imprese. Chi ne ha diritto?
La pensione anticipata 2017 potrà essere finanziata dai datori di lavoro: l’Ape aziendale, introdotta con la riforma pensioni 2017, prenderà avvio dal prossimo 1 maggio 2017 e consentirà ai datori di lavoro - esclusivamente del settore privato - di finanziare l’anticipo pensionistico dei propri dipendenti.
Anche in questo caso, potranno beneficiare dell’Ape aziendale i lavoratori con almeno 63 anni di età e 20 anni di contributi previdenziali. Invariati i requisiti anagrafici e contributivi necessari per beneficiare della nuova pensione anticipata introdotta con la riforma pensioni 2017.
L’Ape aziendale 2017 sarà finanziata dalle aziende: cosa significa? La novità è che l’azienda, con il consenso del dipendente, potrà aumentare il montante contributivo maturato versando all’Inps in un’unica soluzione - al momento di richiesta della pensione anticipata - un contributo aggiuntivo versato per ogni anno di anticipo.
L’azienda in pratica verserà contributi aggiuntivi in favore del lavoratore e l’anticipo per la pensione anticipata 2017 sarà finanziato con l’aumento dell’assegno della pensione del lavoratore, che potrà in questo modo compensare quasi la totalità del costo delle rate ventennali di restituzione del prestito.
Riforma pensioni 2017: Ape aziendale, i costi per il datore di lavoro
Le aziende private che vorranno accedere alla novità riforma pensioni 2017, ovvero l’Ape aziendale in favore dei propri dipendenti, stabiliranno con accordo la cifra che dovrà essere versata come contributo aggiuntivo.
Il datore di lavoro dovrà versare almeno quanto previsto dalla contribuzione volontaria calcolata sulla durata complessiva dell’anticipo pensionistico e che dovrà coprire quindi un minimo di sei mesi e un massimo di tre anni e sette mesi.
L’Ape aziendale 2017, ovvero la pensione anticipata e il prestito pensionistico necessario per richiederla, sarà così a carico del datore di lavoro in parte o per il costo complessivo, il quale dovrà versare la dote di contribuzione aggiuntiva in un’unica soluzione ed entro il mese successivo a quello del primo anticipo, pena l’applicazione di sanzioni.
Per i dettagli sulla novità riforma pensioni 2017 introdotta per agevolare i lavoratori ma anche per consentire alle aziende di portare avanti piani di ricambio generazionale è attesa sull’emanazione dei decreti attuativi, con i quali saranno stabiliti tutti i dettagli.
Se non ci saranno diverse indicazioni, le aziende che pagheranno i contributi aggiuntivi per i propri dipendenti potranno dedurre la spesa dal proprio reddito d’impresa ai fini Ires ma, soprattutto, avranno accesso ad una forma di pensionamento anticipato per i propri dipendenti molto più conveniente dell’isopensione introdotta con la riforma Fornero 92/2012.
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