Home > Altro > Archivio > Opzione donna 2017: è veramente un aiuto per le lavoratrici?
Opzione donna 2017: è veramente un aiuto per le lavoratrici?
mercoledì 8 marzo 2017, di
Opzione donna 2017, sarà davvero un valido aiuto per le lavoratrici? La pensione anticipata introdotta in via sperimentale e prorogata per il 2017 è al centro dell’attenzione di molte donne che ne chiedono, inoltre, la proroga anche al 2018.
Le ultime notizie degli scorsi mesi avevano annunciato la possibilità di rendere Opzione donna strutturale o quantomeno di prorogarla, almeno per il 2018. Al momento non ci sono novità ma quello che in molte si chiedono e se conviene o meno andare in pensione anticipata accedendo ad Opzione donna.
Opzione donna 2017 è una misura che permetterà la alle sole lavoratrici di poter accedere alla pensione anticipata già a partire dai 57 anni di età. È quindi garantita alle lavoratrici la concreta possibilità di accedere alla pensione ad un’età di molto inferiore rispetto a quella normalmente consentita.
Ma non tutte le proposte incluse all’interno della misura possono essere giudicate totalmente positive. Quali potrebbero essere le criticità per chi sceglierà di andare in pensione anticipata con Opzione donna?
Opzione donna 2017: è veramente un aiuto per le lavoratrici?
Opzione donna 2017 necessita che siano soddisfatti alcuni requisiti che permettono di accedere alla pensione anticipata. La lavoratrice che ne vuol fare richiesta deve aver raggiunto almeno i 57 anni e 7 mesi di età (o 58 anni e 7 mesi per le autonome). In aggiunta sarà necessario aver versato 35 anni di contributi.
La limitazione maggiore però risulta essere ad oggi il fatto che può accedere all’opzione solamente chi ha raggiunto il requisiti anagrafici e contributivi entro il 31 dicembre 2015. Questo requisito ulteriore taglia fuori una vasta platea di donne riducendo la portata della norma.
Per Opzione donna è inoltre applicata una decurtazione dall’assegno pensionistico. La procedura per l’ottenimento della pensione infatti obbliga chi ne vorrà far uso ad un passaggio ad un regime completamente contributivo. Ciò implicherà una penalizzazione che varia a seconda della carriera della lavoratrice, ma potrà arrivare anche a toccare il 40%.
Opzione donna 2017: una scelta a volte obbligata
L’opzione donna è stata inoltre oggetto di critiche da parte di Chiara Saraceno, sociologa particolarmente attiva nella difesa dei diritti delle donne. La studiosa in una recente intervista al Fatto Quotidiano sottolinea come questo tipo di pensione anticipata possa rivelarsi una scelta obbligata - e non tanto una fortunata novità - per molte donne:
Ci sarà anche qualche lavoratrice che decide di usufruire di Opzione donna perché può permetterselo, avendo magari un compagno o marito ricco ma per la maggior parte dei casi si tratta di una mancanza di alternativa alla cura di persone non più autosufficienti in famiglia o per aiutare le figlie a crescere i nipoti
Si cerca così di mettere in luce il contesto e le condizioni di contorno nelle quali si viene a situare la scelta per la pensione anticipata. Spesso proprio alle donne viene affidata la cura di familiari o persone care, un impegno ulteriore che viene a sommarsi a quello professionale.
L’assistenza ai parenti che può diventare un lavoro a tutti gli effetti e che, ragiona la Saraceno, dovrebbe essere riconosciuto anche facendo ricorso ai contributi figurativi che ammortizzerebbero il consto del pensionamento anticipato.
L’opzione donna, è bene ricordarlo, costituisce senz’altro come uno strumento in più e certamente prezioso nelle mani delle donne. Una riprova di ciò è offerta dalla forza con cui viene richiesto un rinnovo di questa forma di anticipo pensionistico per il 2018. La garanzia è infatti quella di poter uscire dal mondo del lavoro ad un’età che può essere anche di molto inferiore a quella normale.
In sé utile per le donne, l’opzione donna potrebbe in alcuni casi comportare una limitazione per le future pensionate proprio perché a monte non vi sarebbe una scelta serena a tutti gli effetti.
Opzione donna 2017: le alternative possibili
L’opzione donna non è l’unica misura di anticipo pensionistico che può essere presa in considerazione da chi vuole andare in pensione anticipata. Sono infatti molti gli strumenti introdotti dalla nuova Legge di Bilancio 2017 che potrebbero costituire un’alternativa all’Opzione donna ma rivolte ad ambo i sessi. Tra le principali novità possono essere ricordate l’Ape (anticipo pensionistico), la Quota 41 per i lavoratori precoci e la Rita.
Per venire incontro a situazioni particolarmente delicate è la cosiddetta Ape sociale. La misura permetterà, tra l’altro, di poter accedere alla pensione anticipata nel caso in cui si assistano un parente di primo grado con disabilità grave da più di 6 mesi.
Ma non se ne potrà fare uso prima dei 63 anni e solo se si sono maturati almeno 30 anni di contributi. L’Ape sociale quindi premetterà a entrambi i sessi a partire dal 1° maggio 2017 di poter uscire dal mondo del lavoro senza versare alcun soldo di tasca propria ma solo in presenza di vincoli particolarmente stringenti.