“Negazionismo” o della nuova propaganda

Lorenza Morello

20 Luglio 2023 - 07:37

Dalla pandemia al clima: dietro le accuse di negazionismo, c’è la volontà di limitare la libertà di espressione e di mettere a tacere ogni forma di dissenso.

“Negazionismo” o della nuova propaganda

Il mondo della comunicazione, mediatica e non, va a mode. Chi ha qualche decennio sulle spalle o chi con le parole ci lavora, può certamente enumerare diverse parole che hanno segnato un’epoca e il cui ricordo ci catapulta direttamente in quella determinata epoca di riferimento. Tra quelle che hanno definito maggiormente l’ultimo biennio vi è indubbiamente la parola “negazionismo”. Entrata ormai nel gergo comune, l’appellativo “negazionista” (la cui koine’ come molti sanno risale alla fine della seconda guerra mondiale, e definiva chi negava l’esistenza dei campi dì concentramento) più che una caratteristica di una persona definisce, a parere di chi scrive, un rapporto: quello di impossibilità di dialogo che pone da un lato chi viene etichettato appunto come “negazionista” e dall’altro lato tutto il resto del mondo.

Su Wikipedia si legge che il negazionismo è una corrente pseudostorica e pseudoscientifica del revisionismo che consiste in un atteggiamento storico-politico che, a fini ideologici e politici, nega contro ogni evidenza l’accadimento di fenomeni storici accertati, ad esempio guerre, genocidi, pulizie etniche o crimini contro l’umanità.
Ma sappiamo tutti bene quanto in verità di questi tempi l’uso preponderante del termine sia stato dapprima correlato al grande tema della recente (e, pare, prima di una lunga serie) pandemia e ora, il tema del clima.
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