Cannabis legale anche per gli animali: è questa la nuova frontiera della medicina veterinaria?

La cannabis può essere utilizzata a scopo terapeutico anche per gli animali? Secondo diversi medici statunitensi sì, ma ad oggi neppure negli USA c’è una legge che legalizza l’uso della cannabis anche per gli animali.

Mentre in Italia si discute di una legge che porti alla legalizzazione della cannabis oltre alla soglia di THC attualmente consentita, negli Stati Uniti è in atto un dibattito sull’uso terapeutico della Marijuana nei confronti degli animali.

In questi giorni, infatti, i media statunitensi hanno intervistato un uomo - il trentenne Brett Hartmann - che ha confessato di somministrare regolarmente dei farmaci a base di cannabis ai propri cani, per la cura di diverse patologie come l’ansia e l’artrite.

Hartmann, il quale a sua volta assume cannabis per far fronte alle crisi epilettiche, ha dichiarato di somministrare cannabis a scopo terapeutico ai suoi due cani: un labrador retriever di nome Cailey (6 anni) e un bassotto di 13 anni, Brutus.

L’uomo ha detto che la cannabis aiuta i suoi due animali a gestire l’ansia - causata anche dalla sua malattia - e a ridurre i dolori dell’artrite, malattia di cui è affetto Brutus a causa dell’età.

Dopo questa intervista negli Stati Uniti si è acceso un vero e proprio dibattito: e se fosse la cannabis la nuova frontiera della medicina veterinaria?

Cannabis per gli animali vietata anche negli USA: ancora per poco?

Negli Stati Uniti l’uso della Marijuana a scopo terapeutico è stato liberalizzato in 29 Stati, compresa la capitale federale di Washington. Tuttavia, ad oggi, le terapie con farmaci a base di cannabis non possono essere somministrate agli animali, poiché vietato dalla legge.

Dopo l’intervista a Brett Hartmann, però, in molti si sono chiesti se non sarebbe giusto - visto gli effetti benefici sull’uomo - legalizzare la cannabis ad uso terapeutico anche per gli animali.

D’altronde ci sono diverse aziende che hanno realizzato dei farmaci adatti sia per l’uomo che per gli animali. Una di queste è l’azienda statunitense TreatWell, la quale produce un farmaco a base di cannabidiolio (il CBD è un principio contenuto nella cannabis) che non ha effetti psicoattivi ma solamente sedativi.

Un medicinale consigliato sia per le persone che per gli animali, nonostante la legge degli Stati Uniti ne vieti la somministrazione ai nostri amici a 4 zampe.

Cannabis terapeutica: quali benefici per gli animali domestici?

Dire quali sono gli effetti dei farmaci a base di cannabis - ed eventuali benefici -sugli animali domestici non è semplice, visto che non ci sono sufficienti ricerche in ambito veterinario.

Al momento quindi bisogna attenersi alle testimonianze di quei padroni che hanno deciso di superare le attuali frontiere della medicina veterinaria somministrando un farmaco a base di cannabidiolio ai loro animali domestici.

Questi hanno confermato che i benefici sono notevoli, specialmente per i cani vecchi e malati.

Nel dettaglio, gli effetti notati dai padroni sono stati:

• aumento dell’appetito;
• miglioramento della qualità del riposo;
• maggiore mobilità.

Ecco perché i farmaci e gli integratori alimentari per animali con principio attivo a base di cannabidiolo sono in continuo aumento negli ultimi anni, così come i padroni che decidono di somministrarli a cani, gatti e ad altri animali domestici malati.

I veterinari si dividono tra favorevoli e contrari: c’è chi ritiene che la somministrazione di cannabis possa aiutare gli animali gravemente malati a vivere senza dolori gli ultimi mesi della loro vita, evitando così lo spettro della soppressione, e chi è convinto che i farmaci a base di marijuana debbano essere assolutamente vietati.

Vedremo se la cannabis diventerà la nuova frontiera della medicina veterinaria, almeno per gli Stati Uniti.

D’altronde ci sono alcuni Stati che stanno già andando in questa direzione, come ad esempio il Nevada dove è in esame una proposta di legge che consente al proprietario di animali di somministrare cannabinoidi - solo se prescritti dal veterinario - come cura palliativa per le malattie terminali.