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Fattura elettronica tra privati: i rischi secondo gli esperti

venerdì 20 ottobre 2017, di Irene Mancuso

Fattura elettronica tra privati: la legge di bilancio 2018 ha previsto l’introduzione obbligatoria della fattura elettronica per gli operatori economici.

L’avvio della fattura è scandito in due tempi, con l’introduzione a partire dal 1° luglio 2018 per la cessione dei carburanti e dal 1° gennaio 2019 per tutti gli altri privati che effettuano operazioni B2B.

Per facilitare questi passaggi l’introduzione della fattura elettronica tra privati porta con sé l’ingresso di alcuni incentivi.

Il primo riguardo il superamento dello spesometro, che sarà semplificato nel corso del 2018.

Il secondo incentivo riguarda un alleggerimento dei dati richiesti per l’Intrastat, il sistema che garantisce il controllo fiscale degli scambi e le statistiche effettuate in base a tali scambi.

Nonostante gli incentivi per la fatturazione elettronica tra privati, gli esperti ed in particolare i commercialisti pongono dei forti dubbi a riguardo. Vediamo insieme quali e perché.

Fattura elettronica tra privati: i dubbi dei commercialisti

Il passaggio all’obbligo della fatturazione elettronica tra privati comporterebbe secondo la, categoria dei commercialisti, alcune possibili complicazioni tali da ostacolare anche gli stessi incentivi introdotti per facilitare i due tempi previsti per l’introduzione della misura.

Massimo Miani, presidente del Cndcec, pone l’attenzione sulle piccole imprese, dove il rischio di complicazioni dovute all’obbligo della fattura elettronica è più alto.

Eccessive complessità nelle procedure amministrative di gestione dei cicli di fatturazione, oltre che un incremento dei costi per l’adempimento per la necessità di dotarsi di strumenti e personale dedicati.

Il dubbio è che il costo per fatturare elettronicamente sia troppo alto per gli standard economici di imprese dalle piccolissime dimensioni.

Possibili soluzioni per evitare complicazioni con la fattura elettronica tra privati

La soluzione secondo Miani è quella di procedere con un avvio ancor più graduale, onde evitare ritardi o penalizzazioni.

Come quelli prodotti nei confronti di ditte individuali e società di persone che avrebbero dovuto applicare il regime IRI nel 2017.

A causa del possibile rinvio previsto dall’attuale bozza della Legge di Bilancio, gli interessanti potrebbero dover aspettare un altro anno per la flat tax al 24%.

Il rinvio è stato commentato anche dai sindacati dei commercialisti che definiscono l’intervento capace di calpestare

ancora una volta lo Statuto del contribuente e ogni elementare principio di civiltà giuridica, vanificando l’obiettivo dichiarato della capitalizzazione delle Pmi e perpetuando l’inaffidabilità della legislazione tributaria italiana”.

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