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DL 50/2017: nuovo sciopero dei commercialisti in arrivo?
venerdì 28 aprile 2017, di
DL 50/2017, il testo del Decreto Legge pubblicato in Gazzetta Ufficiale non piace a professionisti e imprese e un nuovo sciopero dei commercialisti potrebbe essere annunciato a breve.
Sono passati soltanto pochi mesi da quando dopo l’entrata in vigore del DL 193/2016, a fronte dell’introduzione dei nuovi adempimenti fiscali dello spesometro e delle comunicazioni delle liquidazioni Iva trimestrali, i commercialisti avevano annunciato lo sciopero nazionale di una settimana, dal 26 febbraio al 6 marzo 2017. Uno sciopero successivamente revocato con la promessa di un tavolo tra MEF, Agenzia delle Entrate e rappresentanze di categoria per un nuovo intervento di semplificazione fiscale.
La risposta? Il Decreto Legge 50/2017 è il contrario di quanto promesso. Nuovi adempimenti a carico delle imprese che, inoltre, finiranno col complicare e appesantire ancor di più il carico di lavoro dei professionisti. I commercialisti potrebbero ben presto annunciare un nuovo sciopero; questo non soltanto a sentire le opinioni espresse sulla Manovrina varata dal Governo, ma anche a fronte delle ultime dichiarazioni del presidente del CNDCEC Massimo Miani.
I nuovi adempimenti fiscali introdotti a cavallo tra gli ultimi giorni del 2016 e da ultimo con il DL 50/2017 approvato e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 24 aprile 2017, appesantiscono il carico dei costi che i titolari di reddito d’impresa sono costretti a sostenere.
Aziende, imprenditori e professionisti diventano la chiave di volta per un Governo alle prese con la famigerata lotta all’evasione fiscale. Tra condoni che finiscono con l’avvantaggiare i grandi evasori, controlli serrati per le imprese e carico di responsabilità per i commercialisti, è questo il modo in cui l’Italia cerca di sanare i propri conti pubblici?
Lo spettro di un nuovo sciopero dei commercialisti sembra quasi inevitabile; numerose sono le proposte di modifica al testo del DL 50/2017 avanzate dai professionisti negli scorsi giorni. Quali saranno le conseguenze?
DL 50/2017: nuovo sciopero dei commercialisti in arrivo?
La Manovra correttiva, il Decreto Legge 50/2017 non piace ai commercialisti che per voce del Consiglio Nazionale dell’Ordine sta preparando un documento con l’elenco delle richieste di modifica al DL 50 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 24 aprile 2017.
Un testo che va ben oltre le richieste avanzate dai commercialisti negli scorsi mesi; non soltanto il mancato impegno di modificare gli adempimenti attualmente in vigore e alleggerire il carico di scadenze e costi fiscali per le imprese. Il testo del DL 50/2017 è il contrario di quanto richiesto dai commercialisti e promesso dal MEF dopo la revoca dello sciopero dello scorso febbraio.
La maggior critica riguarda l’estensione dello split payment ai liberi professionisti, precedentemente esclusi perché già soggetti alla ritenuta fiscale e che ora rischiano una doppia imposizione fiscale e di conseguenza una possibile crisi di liquidità.
Si tratta, tuttavia, soltanto di uno dei punti che non stanno bene ai commercialisti e ai titolari di partita Iva e di reddito d’impresa; il DL 50/2017 ha introdotto ancora una volta molte e importanti novità fiscali, alcune ancora poco chiare, le quali culminano con una nuova rottamazione.
Il condono delle liti fiscali con controparte l’Agenzia delle Entrate entra in vigore a meno di una settimana dalla scadenza per l’invio delle domande di rottamazione Equitalia ed è il simbolo di uno Stato affamato di liquidità e che rischia di avvantaggiare chi viola le regole.
DL 50/2017: le richieste di modifica al testo per evitare lo sciopero
La modifica allo split payment è una delle richieste che verranno avanzate dal CNDCEC e dal presidente Massimo Miani nelle sedi parlamentari. Le richieste che potrebbero far allontanare il rischio di un nuovo sciopero dei commercialisti, a dire il vero, riguardano quasi la totalità delle novità fiscali introdotte con il DL 50/2017.
La Manovra punta ad una stretta alle indebite compensazioni dei crediti fiscali che comportano, come diretta conseguenza, l’aumento dei costi per le imprese che richiedono la compensazione dei crediti Iva e delle imposte con modello F24.
Il Decreto Legge 50/2017 riduce i limiti di compensazione Iva dagli attuali 15.000 euro a 5.000 euro, al fine di contrastare il fenomeno della compensazione con crediti Iva non dovuti; questo si tradurrà nell’obbligo di far apporre il visto di conformità da parte del commercialista e, di conseguenza, a nuovi costi da sostenere per la tenuta della contabilità aziendale.
Ma a far ancor più scalpore è la novità in merito alla compensazione delle imposte con modello F24: tutti i titolari di partita Iva saranno obbligati all’invio del modello F24 in modalità telematica, con Entratel o Fisconline, e quindi sarà di conseguenza obbligatorio rivolgersi ad un intermediario abilitato. La novità peserà notevolmente sulle tasche delle aziende, che saranno obbligate all’invio telematico del modello F24 per le compensazioni di imposte anche di saldo diverso da zero e inferiore ai 5.000 euro.
Le richieste di modifica al testo attuale del DL 50/2017 riguardano anche la riduzione del termine per richiedere la detrazione Iva, più che dimezzato. La nuova norma, infatti, prevede che il diritto alla detrazione Iva potrà essere effettuato al massimo con la dichiarazione relativa all’anno in cui il diritto alla detrazione è sorto. Si ricorda che, in precedenza, tale diritto poteva essere esercitato entro il secondo anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione IVA relativa la periodo d’imposta considerato. La richiesta avanzata dai commercialisti è di introdurre una norma che cosenta di applicare le nuove regole esclusivamente per le operazioni fatturate a partire dal 1° gennaio 2017, salvando le fatture relative al 2015 e al 2016.
DL 50/2017, commercialisti sul piede di guerra. Miani chiede rettifiche all’Agenzia delle Entrate sulle comunicazioni Iva trimestrali
Oltre alle richieste di modifica al testo del DL 50/2017, il presidente del CNDCEC chiede che l’Agenzia delle Entrate rettifichi le modalità di invio delle nuove comunicazioni delle liquidazioni Iva trimestrali.
In vista della prima scadenza fissata al 31 maggio 2017 è necessario che venga uniformata la modalità di invio a quanto previsto per gli altri adempimenti, ovvero che venga concessa la trasmissione tramite Entratel del Desktop telematico.
Il software necessario per l’invio della comunicazione delle liquidazioni Iva trimestrali 2017 costerebbe per gli studi di commercialisti circa 1.000 euro all’anno, un costo spropositato e definito “abnorme e insostenibile” dal Presidente del Consiglio Nazionale.
La domanda che sorge - quasi provocatoria - è: quali saranno le promesse del Governo e del Fisco questa volta? Un nuovo sciopero dei commercialisti sembrerebbe quasi inevitabile; il malcontento cresce sempre di più non soltanto da parte delle imprese ma anche degli addetti ai lavori, alle prese con le novità fiscali introdotte dal DL 50/2017, simbolo di uno Stato e di un sistema fiscale sempre più nevrotico e alla ricerca di liquidità per evitare il default.