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Closing Milan: Pechino si mette di traverso. Ecco perché può saltare tutto
mercoledì 1 febbraio 2017, di
Closing Milan: salta tutto? Arrivano nuove indiscrezioni circa la trattativa sul passaggio di proprietà della società rossonera, con le ultime notizie che non sono molto rassicuranti per i tifosi del diavolo.
Dopo il rinvio di dicembre, la nuova data fissata per il closing Milan è quella del 3 marzo. Entro quel giorno la Sino Europe Sports dovrà versare i restanti 320 milioni per completare l’affare, o perderà i già 200 milioni elargiti nelle due caparre.
Sulla buona riuscita del closing però ci sono molti dubbi. Il problema principale è la contrarietà del governo cinese alla conclusione dell’affare, visto che Pechino ultimamente è poco propenso alla fuoriuscita di capitali dalla Cina.
Per concludere il closing c’è bisogno quindi che questi soldi arrivino in qualche modo nelle casse Fininvest. Operazione difficile ma non impossibile.
Closing Milan: l’opposizione di Pechino
La Cina negli ultimi tempi è fortemente contraria alla fuoriuscita di capitali all’estero. Questo sostanzialmente per contrastare il deprezzamento dello yuan e per impedire che denaro di imprenditori cinesi venga sperperato in operazioni dubbie e rischiose.
In più bisogna aggiungere che la Sino Europe Sports sarebbe considerata da Pechino una società finanziaria, mancante quindi di un piano industriale a lungo termine. Tutti motivi che stanno rallentando il closing.
Ci sarebbe però una via d’uscita da questa situazione. La Sino Europe Sports potrebbe effettuare il pagamento dei 320 milioni restanti attraverso società estere, un po’ come è avvenuto per il pagamento della seconda caparra da 100 milioni a dicembre.
Al momento questa sembrerebbe essere l’unica soluzione per far si realizzi il passaggio di proprietà al vertice del Milan. Alternative non sembrano esserci all’orizzonte, ma i problemi potrebbero essere anche altri.
Closing Milan: ecco perché può saltare
Le difficoltà nel versare i restanti 320 milioni da parte di Sino Europe Sports a Fininvest non potrebbero essere però le uniche problematiche. Senza il consenso del governo cinese il futuro Milan orientale non potrebbe quotarsi alla Borsa di Shanghai.
A differenza dell’acquisto da parte di Suning dell’Inter, l’investimento della Sino Europe Sports con il Milan ha un carattere invece molto più speculativo. Il gruppo capeggiato da Yonghong Li ha intenzioni molto precise.
Acquistando il Milan per un totale di 720 milioni, compresi i 200 milioni di debiti pregressi, potrebbero fare un buon affare se si riuscisse a risollevare le sorti e il marchio dei rossoneri.
Quotandosi a Shanghai, il club rossonero potrebbe anche raddoppiare il proprio valore, permettendo così alla Sino Europe Sport di poter vendere il Milan ad un prezzo molto maggiore rispetto ai 720 milioni spesi. Un po’ quello che ha fatto Thohir con l’Inter ma senza la Borsa.
Venendo a mancare questo presupposto quindi potrebbe cadere tutta l’operazione. C’è già chi anche ipotizza che i cinesi stiano studiando un modo per recuperare parte della caparra. Verità o meno, a marzo ne sapremo di più.