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Certificato medico sportivo: la fine del monopolio si avvicina

venerdì 12 maggio 2017, di Vittorio Proietti

Il certificato medico sportivo è monopolio di alcuni medici professionisti ed il Garante della Concorrenza ha rilevato il costo esorbitante per i cittadini, generato proprio dall’esclusività della prestazione non corrispondente agli effettivi esami previsti.

Attualmente solo medico sportivo, pediatra e medici di medicina generale possono emettere il certificato medico sportivo non agonistico, così come riportato nel Decreto Ministeriale dell’agosto 2014.

Ma questo non sarebbe l’unico problema, in quanto sarebbe attestata un certa variabilità nel prezzo di rilascio del certificato medico sportivo, peraltro non regolamentata dalla Legge. L’appunto del Garante della Concorrenza è stato suggerito anche dall’improprio uso dell’IVA nelle ricevute, anche esso variabile tra regione e regione.

Il certificato medico sportivo corrisponde ad un entrata cospicua per un medico preposto al rilascio e si sente il bisogno di una nuova normativa che liberalizzi il mercato, creando nuove opportunità per le altre figure professionali.

Vediamo cosa prevede la Legge sul rilascio del certificato medico sportivo e cosa ha permesso la creazione di un vero e proprio monopolio.

Certificato medico sportivo: cosa prevede la legge

Il monopolio di alcuni medici sul mercato del certificato medico sportivo per attività non agonistica poggia su basi poco solide secondo il Garante della Concorrenza, che auspica una revisione della normativa.

La Sanità ha infatti imposto tramite il DM dell’8/8/2014 che i certificati siano rilasciati da pediatri, medici di medicina generale e medici specialisti di medicina dello sport possano rilasciare i certificati medici sportivi per attività non agonistica, di fatto restringendo il mercato a pochissimi professionisti.

Nell’Allegato 1 del suddetto Decreto inoltre, è anche previsto che il certificato medico sportivo sia rinnovato ogni anno, generando un introito notevole nelle tasche dei fortunati professionisti, a scapito di altri medici con le medesime competenze.

Il certificato medico non agonistico secondo la legge è esente IVA, ma alcuni medici sportivi poco onesti aggiungono e variano la percentuale dell’imposta sul valore aggiunto per far lievitare il prezzo.

Il costo del certificato medico per iscriversi in palestra alleggerisce molto le tasche degli sportivi non agonisti e spesso viene considerato come un vero e proprio salasso ingiustificato.

Il monopolio di alcuni medici sul certificato medico sportivo

Il certificato medico sportivo per attività non agonistica è infatti rilasciato dai medici dopo esami e valutazioni che rientrano nelle competenze di molti profili professionali della Sanità italiana.

Citando la Legge, è previsto che al fine del rilascio del certificato medico per attività non agonistica siano effettuati:

  • anamnesi ed esame obiettivo completo di misurazione della pressione arteriosa;
  • un elettrocardiogramma a riposo refertato ed effettuato almeno una volta nella vita;
  • un elettrocardiogramma basale refertato con periodicità annuale per coloro che hanno superato i 60 anni di età e che presentano altri fattori di rischio cardiovascolare;
  • un elettrocardiogramma basale debitamente refertato con periodicità annuale per coloro che presentino patologie croniche conclamate che aumentino il rischio cardiovascolare.

A questo punto appare chiaro che il monopolio identificato dal Garante della Concorrenza non corrisponda effettivamente ad una logica di competenze esclusive di pediatri, medici generali e medici dello sport e che l’attribuzione possa essere ridiscussa dal Ministero della Sanità.

L’appello è stato lanciato e siamo certi che sindacati e associazioni non tarderanno a rispondere.

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