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Colf e badanti, quante ore di riposo spettano al giorno?
giovedì 4 gennaio 2018, di
Quante ore di riposo spettano a colf e badanti dopo una giornata di lavoro?
A chiarirlo è la Cassazione, con la pronuncia depositata il 4 gennaio 2018 e che mette il punto su una materia dibattuta e controversa.
Tutti i lavoratori hanno diritto a determinate ore di riposo al giorno ma per chi si occupa di assistenza domiciliare ad anziani e disabili sono molti i casi in cui i diritti vengono messi in secondo piano rispetto ai doveri.
Nonostante il lavoro di colf, badanti e assistenti domiciliari sia sicuramente una professione particolare, per via della finalità di cura e assistenza a persone non o parzialmente autosufficienti, è bene sottolineare che la legge prevede per tutti i lavoratori il diritto al riposo.
Diritto che, come ribadito dalla Cassazione, deve essere riconosciuto anche a chi presta lavoro domiciliare.
Colf e badanti, quante ore di riposo spettano al giorno?
Anche chi presta assistenza domiciliare ha diritto a 11 ore di riposo al giorno e tra questi sono da intendersi inclusi anche badanti e colf.
È questo il punto centrale della decisione della Cassazione, depositata il 4 gennaio 2018, con la quale è stata confermata ad una Onlus di Lecco l’applicazione della sanzione di circa 14.000 euro per sfruttamento della manodopera.
L’Onlus, che si occupava di fornire personale per l’assistenza domiciliare a famiglie per l’assistenza di anziani e disabili, aveva portato come difesa il fatto che nel contratto applicato, il CCNL Uneba, non venisse fatta menzione sulle ore specifiche di riposo giornaliero spettanti al personale assunto con la mansione di badante.
La Cassazione, nel ribadire che i datori di lavoro sono tenuti ad attenersi alle norme di diritto del lavoro, richiama invece quanto previsto dal Decreto Legislativo 8 aprile 2003 n. 66 che regola alcuni importanti aspetti sull’organizzazione dell’orario di lavoro.
Nell’articolo 7 del decreto viene stabilito che:
“il lavoratore ha diritto a undici ore di riposo consecutivo ogni ventiquattro ore. Il riposo giornaliero deve essere fruito in modo consecutivo fatte salve le attività caratterizzate da periodi di lavoro frazionati durante la giornata.”
La legge, ci insegnano, è uguale per tutti.
Cosa cambia ora?
Se ad oggi si comincia a parlare dei diritti di chi presta lavoro domestico è anche grazie alle numerose sentenze e pronunce emesse dalla Cassazione proprio a tutela di chi si occupa dell’assistenza a famiglie e persone non autosufficienti.
L’ultima, depositata il 4 gennaio 2018, ribadisce un principio fondamentale spesso messo in secondo piano: colf, badanti, assistenti domiciliari sono equiparati a tutte le altre categorie di lavoratori e i datori di lavoro non possono esimersi dall’applicazione delle leggi in vigore.
Il caso della Onlus di Lecco rischia di causare non poche criticità: è noto che spesso chi lavora come badante presso famiglie bisognose di cura ha raramente del tempo da dedicare al riposo, soprattutto quando l’assistenza è prestata in via continuativa e per 24 ore al giorno.
D’altro canto, stando alla pronuncia della Cassazione e a quanto previsto dalla legge, non sono previste deroghe dal diritto per ciascun lavoratore al riposo giornaliero e i CCNL di categoria non possono introdurre alcuna forma di “flessibilità”.