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Visco: per le banche l’effetto BCE sugli utili non può durare

martedì 20 novembre 2012, di Michael Stagnitto

Nella giornata di ieri i rappresentanti delle principali banche italiane sono stati convocati dal Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, a fronte delle preoccupazioni appurate sulla reale situazione economica in cui le banche italiane si trovano in questo momento.

L’incontro non si è di certo svolto in toni di tranquillità e spensieratezza, accompagnati dall’invito del Governatore Visco ad avviare una nuova ondata di processi di ristrutturazione e ulteriori tagli dei costi.

I temi dell’incontro tra Visco e le banche

Visco ha fatto notare che l’aumento delle sofferenze “risulta ancora in linea con quanto verificatosi nelle precedenti fasi recessive dell’economia”, confermando altresì “la necessità di assicurare l’adeguatezza dei processi di individuazione e gestione dei crediti anomali, nonché delle relative politiche di accantonamento”.

Il resoconto trimestrale di alcune banche quali Unicredit, la scorsa settimana ha mostrato un buon risultato dell’utile in bilancio, tuttavia attraverso una supervisione più attenta viene subito all’occhio la presenza di vizi operativi che corrodono la positivistica situazione mostrata..
Elementi di criticità quali ad esempio la difficile esigibilità che alcuni crediti tendono ad assumere, ossia prestiti già concessi che non possono più essere recuperati o possono esserlo solo in parte. Insolvenza sui crediti che continua ad aumentare e che i bilanci tendono a sottostimare.

Nei primi 9 mesi del 2012 Unicredit ha portato a casa 1,4 miliardi di profitti nonostante l’alta insolvenza dei debitori, con un ammontare di circa 5 miliardi di euro per i crediti che rischiano di non essere recuperati o di essere recuperati solo in parte.
Nello stesso periodo però i crediti deteriorati che pesano sulla banca hanno raggiunto quota 80 miliardi di euro, con un balzo di 10 miliardi in un solo anno. A sua volta Intesa San Paolo ha guadagnato nello stesso periodo 1,6 miliardi e ha messo in bilancio rettifiche sui crediti per 3,5 miliardi, pari al 48% in più dell’anno prima.

L’aumento d’insolvenza mostra le reali situazioni delle banche

Il problema di fondo è che l’incremento sta avvenendo a ritmi molto rapidi (+ 17% in un anno, secondo uno studio di Credit Suisse) e il settore immobiliare, sinora sostanzialmente immune, potrebbe a sua volta iniziare a sentire della crisi.

I grandi gruppi bancari sono intervenuti alla pulizia dei loro bilanci, ma sembra che il resoconto mostrato sia tendente a voler vedere il bicchiere mezzo pieno.

L’esposizione delle banche sul mercato immobiliare

La società Alix partners ha diffuso uno studio che mostra come le banche italiane dovrebbero incamerare ben 23 miliardi in perdita, se riportassero nei bilanci una fotografia realistica della situazione dei loro crediti dubbi.
Difatti riportandoli nei bilanci con il loro effettivo valore di mercato, il cosiddetto “fair value”, gli utili otterrebbero certamente una dimensione molto più ristretta, non riuscendo a pubblicizzare la forma di successo che i grandi gruppi intendono mostrare agli investitori.

Un altro punto sul quale soffermarsi è l’ottima resistenza che il mercato immobiliare italiano ha mostrato alla crisi. Tuttavia qualche segno di cedimento comincia a farsi sentire anche per “il mattone” italiano. Secondo Banca d’Italia il 75% degli agenti immobiliari dichiara che i prezzi stanno scendendo e nel terzo trimestre 2012 il 44% di loro non è riuscito a vendere neppure un appartamento.
L’esposizione che le banche italiane hanno sul settore immobiliare è pari a 660 miliardi di euro e sempre Alix partners calcola che vista l’attuale evoluzione del mercato si prevedono ulteriori perdite per gli istituti di credito.

Fonti temporanee di guadagno per le banche

I profitti ottenuti delle grandi banche italiane non vengono dalla classica attività bancaria (raccolgo risparmi e presto soldi incamerando la differenza di interessi) ma derivano in larga misura dall’attività di negoziazione.
Le banche per ottenere profitto svolgono la propria attività prevalentemente attraverso la compravendita di titoli, Btp in primo luogo.

Non è un segreto che il successo di questo periodo ottenuto dalle banche sia stato l’effetto dei favorevoli prestiti concessi dalla Bce. Le banche italiane hanno infatti ottenuto da Francoforte al tasso dello 0,75% circa 250 miliardi di euro e parte di questa somma è stata prontamente reinvestita in titoli di Stato italiano.
Un dato che ha contribuito alla forte riduzione dello spread italiano e che sinora ha fruttato buoni guadagni, visto il continuo aumento del valore dei buoni del tesoro. Unicredit ha visto un balzo dei profitti da trading dagli 864 milioni del 2011 a quasi 2 miliardi e 100 milioni di quest’anno. Intesa San Paolo ha raddoppiato il valore di questa voce, passata da 750 milioni a 1,5 miliardi.

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