Home > Altro > Archivio > Usa: le big di Wall Street vogliono riportarsi a casa i capitali europei

Usa: le big di Wall Street vogliono riportarsi a casa i capitali europei

mercoledì 7 marzo 2018, di Francesca Caiazzo

Le multinazionali dell’hi-tech statunitensi pronte a riportare centinaia di miliardi di dollari in Usa dall’estero.

Parliamo di un vero e proprio tesoretto, che le grandi aziende potrebbero presto trasferire in patria e che alleggerirà i conti anche delle banche europee (Irlanda e Lussemburgo su tutte) ingrossando quelli delle banche domestiche.

Ad allettare le big di Wall Street, la riforma fiscale di Donald Trump messa in campo anche per agevolare il trasferimento dei capitali detenuti all’estero.

Ecco a quanto ammonta il tesoretto detenuto all’estero

A quantificare le somme che le grandi società dell’hi-tech hanno depositato su conti bancari fuori dai confini nazionali americani ci hanno pensato da tempo numerosi analisti economici.

Per avere un quadro della situazione, basta dare un’occhiata a Fortune , che di recente ha pubblicato una stima elaborata da Blomberg su dati S&P.

Nell’analisi vengono prese in considerazione 26 multinazionali che complessivamente, emerge dai dati, detengono in istituti bancari esteri oltre 870 miliardi di dollari.

In alcuni casi, le somme depositate oltreoceano superano di gran lunga quelle detenute in Usa: è il caso di Cisco System, ad esempio, che su un totale di 71,6 miliardi di capitale stimato, ne detiene 69,1 fuori dai conti correnti americani.

La liquidità all’estero delle singole aziende

A dominare la classifica delle aziende hi-tech per denaro depositato su conti esteri ci sono due giganti del tech, Apple e Microsoft che su conti esteri hanno rispettivamente 252,3 e 132,1 miliardi di dollari su un capitale complessivo di 285,1 e 142,8 miliardi.
Terzo posto per la già citata Cisco System, seguita da Alphabet con 62,8 miliardi su 101,9 e Oracle con 58,5 miliardi su 71,6.

A sorpresa, Facebook rientra le aziende che preferiscono le banche statunitensi, dove detiene la maggior parte del capitale: solo 15,9 miliardi di dollari (su 41,7 miliardi) si trovano oltre confine.

Virtuosa anche Amazon: il denaro del colosso di Jeff Bezos depositato all’estero ammonta ad appena un terzo del totale e cioè 9,6 miliardi di dollari su 31 miliardi.

La riforma fiscale di Trump

I numeri che analisi degli economisti ci consegnano sono da capogiro ed è per questo che Donald Trump, consapevole di questo fiume di liquidità, ha varato una riforma fiscale per agevolare il rientro dei capitali dall’estero prevedendo una tassazione del 15,5% sulle somme trasferite in patria.

Inoltre, abbattendo l’aliquota dal 35% al 21% per le attività produttive societarie in America, sta rendendo appetibile e conveniente mantenere i capitali dento i confini nazionali.

Intanto, tra le tech company c’è fermento e qualcuno pare si stia già organizzando per trasferimento del denaro dall’estero negli Usa.

C’è da sottolineare, però, che probabilmente non tutti questi miliardi di dollari rientreranno e che le singole società potrebbero anche decidere di far rientrare solo in parte le somme custodite all’estero.

Un messaggio, un commento?

moderato a priori

Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Chi sei?
I tuoi messaggi

Questo form accetta scorciatoie di SPIP [->url] {{bold}} {italic} <quote> <code> e il codice HTML <q> <del> <ins>. Per creare un paragrafo lasciate semplicemente una riga vuota.