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Ue: allarme povertà in Europa, Italia in un tunnel senza fine
martedì 15 gennaio 2013, di
1 europeo su 4 è a rischio povertà. E i Paesi dell’area mediterranea e baltica sono le zone più a rischio. E’ quanto afferma il Rapporto Ue 2012 su Occupazione e Sviluppi Sociali, che riporta anche un aumento dei "rischi di esclusione sociale di lungo periodo" per ciò che concerne i Paesi del Mediterraneo e le repubbliche baltiche a causa dell’aggravarsi della crisi.
Tunnel senza fine per l’Italia
Il rischio è elevato ed è quello di finire in una "enorme trappola della povertà": in parole povere, un tunnel la cui uscita sembra parecchio lontana, sempre che ci sia un’uscita.
"La situazione sta peggiorando visto che le prospettive attuali sono cupe", ha caricato Bruxelles riferendosi prevalentemente a Italia, Grecia, Spagna, Malta e repubbliche baltiche.
Ne 2012, inoltre, l’Italia ha registrato un aumento record di famiglie che si trovano in difficoltà economiche, con un incremento dell’indice di stress finanziario del 13%, molto di più del +5% registrato dagli altri Paesi in difficoltà, quali Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna e Bulgaria.
Il peggioramento di queste aree viene in parte compensato da un miglioramento verificatosi in Lettonia, Lituania e Romania, dove il livello di difficoltà economiche ha subito un importante calo.
Un peggioramento evidente si è invece riscontrato analizzando le situazioni economiche delle fasce caratterizzate dai redditi più bassi che, attraverso un confronto con i livelli pre-crisi del 2007, hanno sofferto più la crisi in Italia, Spagna, Grecia, Cipro e Slovacchia, mentre più protette sono state le famiglie più povere residenti in Belgio, Ungheria, Portogallo e Romania.
Alla luce di questi dati, Bruxelles ha comunicato che ormai 1 europeo su 4 è a rischio povertà: 1 europeo su 4, ovvero il 24,2% della popolazione europea, ovvero ben 120 milioni di persone.
Le colpe del governo tecnico
E in Italia si riaccende il dibattito sulle scelte e le decisioni prese dai precedenti governi, soprattutto dall’ultimo, quello presieduto dal Professore, Mario Monti: le misure e le manovre adottate, infatti, hanno inficiato particolarmente in negativo sulle famiglie più povere, indebolendole e impoverendole ancora di più, mentre hanno peggiorato la situazione delle fasce intermedie: situazioni peggiorate progressivamente dai tagli al welfare, che hanno diminuito la possibilità di ricorrere a interventi di assistenza sociale.